Roma, 26 set. (askanews) – Il voto per il rinnovo del cda Rai riporta indietro le lancette dell’orologio del ‘campo largo’, l’unità costruita negli ultimi mesi grazie al referendum sull’autonomia, alle amministrative e alle regionali aveva retto anche alle divisioni sull’Ucraina, ma va in frantumi quando si tratta di entrare in Aula per scegliere il nuovo vertice di viale Mazzini e la spaccatura lascia parecchi strascichi.
Un tutti contro tutti ancora più surreale, se si considera che proprio stamattina i partiti delle opposizioni si erano presentati uniti in Cassazione per consegnare le firme per il referendum abrogativo contro l’autonomia differenziata. C’erano quasti tutti, da Elly Schelein, a Nicola Fratoianni e Angelo Bonelli, passando per Maria Elena Boschi, Riccardo Magi e Giuseppe Conte. Mancava solo Calenda, che ci tiene sempre a sottolineare che lui niente ha a che fare con il ‘campo largo’.
Calenda, appunto, attacca Bonelli e Fratoianni e chiede al Pd di prendere una decisione: “M5s e Avs si sono andati a negoziare col governo i due posti che spettano all’opposizione. Non è solo sulla Rai. Pochi giorni fa è stato votato il rifinanziamento delle missioni internazionali. Di nuovo M5s e Avs si sono astenuti. Il problema che pongo al Pd è: come si costruisce un’alternativa in questo modo?”.
Bonelli e Fratoianni rispondono a Calenda: “Ha perso la testa. Superando ogni limite. In quanto a rettitudine delle opposizioni, gli facciamo notare che abbiamo votato per non lasciare tutto lo spazio nel Cda della Rai alla destra di Meloni. Lui invece in questi due anni di legislatura, con la destra di Meloni è andato a braccetto tante tantissime volte”. Il portavoce dei Verdi ne ha anche per il Pd: “Lasciare a Telemeloni anche il controllo totale del Consiglio di amministrazione è qualcosa che riteniamo non saggio. Poi ognuno fa le sue scelte”.