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venerdì, Novembre 22, 2024
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Una domanda per l’onorevole Cateno De Luca

Mancano meno di sei mesi alle elezioni Europee. Per gli elettori forse una data ancora lontana, per la politica no. I candidati siciliani al Parlamento europeo saranno inseriti nella circoscrizione Italia insulare (Sicilia + Sardegna). Uno dei protagonisti sarà sicuramente Cateno De Luca con il suo partito ‘Sud chiama Nord’, per il quale – considerato il consenso di cui gode nell’Isola – è quasi certo un seggio (leggi qui). Confidando magari che possa trattarsi di un esponente originario del messinese (Danilo Lo Giudice?), sarebbe un ritorno per il territorio di Messina negli scranni del Parlamento europeo.

In questi giorni il deputato regionale nonché sindaco di Taormina ha reso noto di aver avviato un dialogo con Carlo Calenda proprio in funzione delle Europee. I due leader si sono già incontrati e torneranno a vedersi probabilmente a gennaio.

“Stiamo lavorando a un progetto di respiro nazionale che ci consenta di ottimizzare le nostre forze” ha affermato in queste ore De Luca, spiegando che “proprio per questo stiamo valutando diverse opzioni che vedono coinvolte altre liste che ovviamente sono in linea con la nostra storia e i nostri valori”. Il leader di ScN ha confermato di avere “una interlocuzione in corso con Calenda, parliamo di un accordo elettorale che consenta alle parti in campo di esprimere la propria progettualità. Calenda sta ancora facendo le sue valutazioni, nel frattempo io ho avviato un dialogo con le forze di opposizione Pd e M5stelle in Sicilia”.

De Luca ha poi aggiunto ieri in una diretta Fb: “abbiamo già detto a partiti del centrosinistra se hanno intenzione di ospitare qualche nostra candidatura, ben venga. Comunque non compromettiamo il progetto e il percorso che ci riguarda: la presidenza della Regione Siciliana e una lista a trazione meridionalista che rappresenti civicamente il territorio, all’interno di uno schieramento alternativo a questo centrodestra”.

A Cateno De Luca va dato atto di essere uno dei pochi politici a giocare a carte (quanto meno parzialmente) scoperte, avendo un filo diretto e costante con i propri sostenitori/elettori attraverso i social e le consuete dirette facebook. “Sulle europee – ha chiosato – siamo stati chiari: partiamo da un principio, l’elettore non va preso in giro. Noi non abbiamo intenzione di bruciare con scelte non coerenti con il nostro percorso politico il consenso che gli elettori ci hanno accordato”.

Proprio alla luce del sacrosanto concetto che gli elettori non vanno presi in giro, a questo punto a De Luca andrebbe posta una domanda: con quale famiglia politica europea si identifica ‘Sud chiama Nord’? Più nello specifico: se dovesse essere eletto un candidato espressione di ScN, a quale gruppo parlamentare europeo si iscriverebbe?

In base al percorso tracciato dallo stesso De Luca con le sue ultime affermazioni, sembra che ad oggi le opzioni siano tre: o nel Renew Europe Group o tra i ‘non iscritti’ oppure tra i socialisti.

In vista delle elezioni Europee questo è un aspetto di primaria importanza per l’elettore che guarda a ‘Sud chiama Nord’. Per alcuni semplici motivi:

  1. il gruppo Renew Europe è quello che ha come punto di riferimento il presidente francese Macron e al quale aderisce non soltanto Azione di Carlo Calenda ma anche quel Matteo Renzi di Italia Viva acerrimo rivale di De Luca. C’è quindi il ‘rischio’ che ‘Sud chiama Nord’ possa ritrovarsi come alleato e compagno di banco a Strasburgo proprio Italia Viva di Renzi?
  2. Ritrovarsi invece tra i ‘non iscritti’ forse è ancor peggio, perché al Parlamento europeo coloro che non aderiscono ad alcun gruppo in pratica non toccano palla (nel Parlamento italiano anche chi è iscritto al gruppo Misto qualche peso in più ce l’ha). Un elettore perché quindi dovrebbe dare il proprio voto a un potenziale parlamentare sapendo che riuscirà a incidere poco o niente sull’agenda e sulle politiche dell’Unione europea? Sarebbe un voto inutile.
  3. Anche nel caso in cui De Luca non volesse aderire con il suo partito a Renew Europe ma a un altro gruppo parlamentare europeo, sarebbe ancora più trasparente comunicare prima questa decisione agli elettori. Stando alle sue dichiarazioni (sull’ipotesi che le candidature di ScN possano essere ospitate nelle liste del centrosinistra) quest’altro gruppo potrebbe essere quello di S&D, Socialisti e Democratici, ovvero la famiglia europea del Pd. E quindi, perché – a titolo di esempio – un elettore che sul territorio guarda a De Luca ma si riconosce nei valori del Ppe dovrebbe esprimere la propria preferenza a favore di un potenziale parlamentare iscritto al gruppo dei socialisti?

Per capire meglio è utile fornire qualche dettaglio in più su quali gruppi siedono al Parlamento europeo e su come funziona.

I gruppi parlamentari europei – Sono 7: Partito popolare europeo (Ppe), Socialisti e Democratici (S&D), Renew Europe Group, Verdi/Alleanza libera europea, Conservatori e Riformisti europei (Ecr), Identità e Democrazia (Id), Sinistra al Parlamento europeo. E poi ci sono i ‘non iscritti’ che oggi sono 46 (su 705 eurodeputati totali), di cui 10 italiani ‘non iscritti’ (la maggior parte M5S ed ex grillini)

I gruppi politici godono di alcuni vantaggi nei lavori parlamentari. Rivestono ad esempio un ruolo importante nella preparazione dell’agenda parlamentare, ricevono un maggiore tempo di parola, hanno diritto a più spazi, personale e contributi per organizzare riunione e distribuire informazioni. Hanno anche potere decisionale sulla composizione delle commissioni parlamentari e delle delegazioni.

Il gruppo Renew Europe – E’ la terza forza in Eurocamera, con 101 parlamentari. Eredi della tradizione federalista, sono fortemente europeisti, fautori del libero mercato, della globalizzazione e del multilateralismo. Aderiscono al gruppo nel Parlamento Ue le delegazioni di 21 Stati membri, per un totale di 36 partiti. Tra questi ci sono Partito Liberale Democratico tedesco, il Movimento democratico francese e Ciudadanos in Spagna. Il gruppo è stato rafforzato dall’ingresso degli eurodeputati macroniani della République en marche. Per quanto riguarda l’Italia sono affiliati al gruppo tre partiti: Più Europa, che però non ha rappresentanti in Eurocamera, Azione e Italia Viva.

I non iscritti – Gli eurodeputati che non aderiscono a nessun gruppo politico organizzato confluiscono da regolamento nel gruppo dei non iscritti, che ha uno spazio di manovra limitato (ad esempio nel lavoro all’interno delle commissioni), pur avendo diritto ad assumere personale e a godere dei diritti stabiliti dalle norme dell’Ufficio di presidenza (partecipa alle riunioni della Conferenza dei presidenti anche un eurodeputato dei non iscritti, ma senza diritto di voto).

Questo il quadro. Senza dubbio per De Luca le elezioni Europee rappresentano una tappa di un percorso più ampio. Considerata però la portata e il significato di queste elezioni un supplemento di chiarezza per gli elettori da parte del leader di ScN sarebbe utile.

Leggi anche: Europee, ecco i probabili candidati siciliani e la ripartizione dei seggi – Analisi

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