Caro Padre Cesare
Già è passato quasi un mese dalla tua dipartita, ma volevo salutarti in modo particolare e ricordare ciò che sei stato per noi, giovani degli anni settanta.
Eravamo un gruppo interparrocchiale e di diversi paesi della riviera, ci chiamavamo allora “comunità di base” giovani di tutte le età dai 16 anni fino a chi era arrivato ad una certa maturità con una fede salda, ma anche ardente.
Eravamo un gruppo di giovani che tu hai guidato con entusiasmo e in cui hai seminato tante cose meravigliose, sicuramente ispirati dallo Spirito Santo, in un momento storico in cui avveniva la dissacrazione e la messa in discussione di tante istituzioni: Famiglia, Chiesa, Stato e altro di cui paghiamo le conseguenze ancora oggi.
Tu hai rappresentato un punto di riferimento mettendo a disposizione te stesso con la tua grande Fede in Cristo Gesù, con la tua forte vocazione e ministero.
Sei stato tu, strumento docile nelle mani del Signore, a segnare ciascuno con coraggio, pazienza e con tanto amore, facendoci fare le prime esperienze di conversione e di incontro con Gesù, senza ipocrisie, senza moralismi, con tanta accoglienza e accettazione dando modo alla creatività di ciascuno di esprimersi. Eri bersagliato continuamente dalle nostre domande, dai nostri perché sulle tante contraddizioni di una Chiesa in cammino, dai nostri giudizi.
Grazie a te abbiamo scoperto il Libro meraviglioso della vita quale è la Bibbia che leggevamo e commentavamo insieme nei nostri incontri settimanali e nelle periodiche tre giorni. La riscoperta della Messa in modo partecipato perché per noi era vivo, bello e affascinante il Gesù che ci annunciavi con la predicazione; si cantava, si suonava la chitarra, si trasmetteva gioia, la gioia della giovinezza e della speranza.
Ci siamo sentiti amati da Gesù attraverso di te perché tu ci volevi bene; fissavi lo sguardo su ognuno di noi con simpatia ed empatia, con tenerezza, con dolcezza soprattutto per quelli che erano più ribelli, più problematici, più bisognosi di attenzioni perché più feriti.
Eri pieno di entusiasmo quando ci comunicavi e ci informavi della grande rivoluzione copernicana che era stato il Concilio Vaticano II, ne abbiamo studiato i documenti, facendo emergere la bellezza e il bisogno di una Madre Chiesa pronta al rinnovamento, autentica, ricca dei doni che lo Spirito Santo elargiva con abbondanza nella diversità.
Ci siamo sentiti valorizzati. Ci hai aiutati ad essere solidali gli uni con gli altri sperimentando l’essere fratelli e sorelle nel Signore. Hai riaffermato in un tempo di crisi valori come il Matrimonio cristiano, la fedeltà e la possibilità dell’ ”Amore per sempre”, duraturo se vissuto con il Signore e nel darsi reciprocamente. Hai sofferto quando sbagliavamo ma hai mostrato sempre il volto di un Gesù Cristo misericordioso che perdona e che ama.
Le tre giorni erano momenti favolosi, immersi nella natura del santuario della Madonna della Catena, o di Santa Venerina, o del convento di Savoca, o nella Chiesa di Forza di Agrò dentro le meraviglie del creato e non solo, ma anche dentro le bellezze dei Beni Culturali presenti in certi luoghi, anche pioniere nella salvaguardia di opere d’arte, da queste esperienze nel cuore di ognuno è maturata la difesa dell’ambiente e delle stupende opere di Dio.
Tanti ragazzi sono passati da questa tua piccola grande comunità, ma in ognuno hai lasciato un seme che è cresciuto in tutti “l’Amore per il Signore” e la gratitudine per Lui che ci ha dato la vita e che ha messo sulla nostra strada un prete imponente per la sua prestanza, ma con l’animo di un bambino, pieno di Fede che è riuscito ad incanalare proteste , rabbia e critiche invece che in rivoluzioni politiche materiali ed estreme, su una via che porta a cambiare se stessi ed essere disponibili verso una umanità povera, sofferente, ferita e fragile in ogni ambito della vita, sempre peccatori ma pronti a rinnovare, a collaborare e ad amare.
Ciao Padre Cesare grazie.