Bruxelles, 8 nov. (askanews) – Colmare il divario nell’innovazione rispetto ai concorrenti globali dell’economia europea, semplificazione delle norme per le imprese e investimenti, pubblici e privati, abbattimento delle barriere interne ancora esistenti nel mercato unico, sostegno all’industria per la decarbonizzazione e la digitalizzazione, sicurezza strategica nelle catene del valore. Sono, in sostanza, i punti più importanti individuati dal rapporto di Mario Draghi sul futuro della competitività europea, a cui bisognerà dare seguito nei prossimi anni. Lo ha sottolineato la presidente della Commissione europea, Ursula von der Leyen, durante la conferenza stampa al termine del Consiglio europeo di Budapest.
“È passato un anno – ha ricordato la presidente della Commissione – da quando gli ho chiesto se poteva produrre un rapporto del genere, che esaminasse la competitività dell’Unione europea, preparandolo per il prossimo mandato della Commissione”. E il rapporto Draghi “è stato accolto molto bene, come abbiamo visto nelle ultime settimane e mesi dalla sua pubblicazione: c’è un ampio consenso sul fatto che questa è la base su cui discutere e andare avanti. E nel frattempo, semmai, è aumentata l’urgenza di dare seguito agli argomenti trattati nel rapporto”.
Bisogna, ha insistito la presidente della Commissione, “ridurre la burocrazia per queste startup. Abbiamo già iniziato a farlo, ma vogliamo andare oltre. Le startup innovative ci dicono che è molto macchinoso per loro entrare nella dimensione del mercato unico, perché spesso devono confrontarsi con 27 diverse normative. Quindi vogliamo proporre un 28esimo regime, che sarà quello per queste startup innovative”.
“Ci sono molti altri percorsi su cui dobbiamo lavorare nel mercato unico, e voglio dire che anche il rapporto Letta è molto utile anche, in questo caso, come tabella di marcia per il futuro”, ha poi riconosciuto la presidente della Commissione; con riferimento al rapporto dell’altro ex premier italiano, Enrico Letta, sul mercato unico, intitolato “Molto più che un mercato” e pubblicato lo scorso aprile. “La Commissione – ha detto von der Leyen – presenterà a giugno la sua strategia basandosi su questo rapporto e prenderemo in esame una migliore applicazione delle norme; vogliamo facilitare soprattutto il commercio transfrontaliero, l’innovazione e gli investimenti”.
Un’altra priorità nell’attuazione del rapporto Draghi, secondo von der Leyen, è quella di “un piano congiunto per la competitività, la decarbonizzazione e la digitalizzazione”. In passato, ha ricordato, “abbiamo dimostrato che possiamo ridurre le nostre emissioni facendo crescere l’economia allo stesso tempo. Ma sappiamo di avere delle sfide da superare; quindi nei primi 100 giorni del nuovo mandato – ha confermato la presidente della Commissione – proporremo un ‘Clean Industrial Deal’ (Patto per l’industria pulita, ndr), che si baserà sul rapporto di Mario Draghi e sui 10 diversi dialoghi di settore che abbiamo condotto il mese scorso, per chiedere all’industria di cosa ha bisogno per raggiungere l’obiettivo zero emissioni nette nel 2050, e come possiamo supportarla per questo. E la somma di tutto sarà nel Clean Industrial Deal”.
Nella nuova proposta legislativa, “uno degli argomenti principali sarà l’energia, che è stato un altro argomento importante nella discussione di oggi” ha riferito ancora von der Leyen. “Sappiamo che è stata una sfida enorme superare la crisi energetica scatenata dalla guerra della Russia contro l’Ucraina. Ma i prezzi dell’energia – ha lamentato – sono ancora strutturalmente troppo alti, devono scendere, e questo è uno dei compiti che ci attendono per la nuova Commissione. Abbiamo discusso il tema delle reti, degli interconnettori e dello stoccaggio dell’energia, e i permessi più semplici e rapidi per le energie rinnovabili, che saranno essenziali”.
L’ultima priorità evidenziata dalla presidente della Commissione, infine “è il rafforzamento della nostra sicurezza strategica: sappiamo – ha notato – che le dipendenze eccessive possono trasformarsi rapidamente in vulnerabilità, ed è per questo che sono necessarie catene di approvvigionamento stabili e sicure per alimentare il futuro della nostra economia. Conosciamo tutti il tema delle materie prime critiche. Sappiamo che entro il 2030, ad esempio, la domanda di alcuni minerali aumenterà in modo esponenziale. Quindi – ha sottolineato ancora – abbiamo bisogno di agire ora, e di un coordinamento a livello Ue per garantire l’accesso a queste materie prime”.
Secondo von der Leyen, “ci sono due modi per farlo: il primo è diversificare gli approvvigionamenti di materie prime critiche, con partenariati commerciali con altre regioni del mondo, in modo da non dipendere da un singolo fornitore; il secondo è ancora più interessante, e riguarda il tema dell’economia circolare: se si ricicla non è necessario ottenere nuove materie prime critiche. E se si guarda agli ultimi sviluppi nelle startup per il riciclaggio, è affascinante vedere quanto si può estrarre da un prodotto che normalmente andrebbe sprecato, e come si possa estrarre di nuovo queste materie critiche come risorse preziose, e reinserirle nel nuovo ciclo di produzione”.
“Quella dei leader dei Ventisette oggi, insomma, è stata una discussione molto fruttuosa sul rapporto Draghi e sulla strada da seguire”, ha concluso von der Leyen.