Milano, 17 dic. (askanews) – Con l’uscita di Tavares, è cambiato il “clima” nei rapporti con Stellantis che al Tavolo al Mimit ha presentato il Piano Italia con 2 miliardi di investimenti per i siti nel 2025 senza far leva su soldi pubblici, 6 miliardi di acquisti per l’indotto e un piano prodotti fino al 2032 che dovrebbe tutelare l’occupazione e l’attività degli stabilimenti. “Il tempo è venuto per noi di Stellantis di fare squadra con l’Italia per affrontare le sfide esistenziali del comparto sottovalutate da alcuni in Europa. Lo farò direttamente, concretamente. Odio le promesse non mantenute e non voglio essere smentito dai fatti. Quindi ci metto la faccia”, ha detto il responsabile Europa di Stellantis, Jean-Philippe Imparato.
2Il 2025 sarà un anno duro, ma tutti gli stabilimenti rimarranno attivi”, ha detto Imparato che ipotizza una produzione sui livelli del 2024, mentre nel 2026 le stime dei sindacati sono di ritorno sui livelli del 2023 intorno alle 750mila unità.
Soddisfatti per il nuovo clima e per il piano di ripartenza anche i sindacati che hanno però criticato la mancanza di indicazioni più concrete su Maserati, attorno a cui sarà costruito il polo dell’alta gamma con il coinvolgimento dell’ecosistema della Motor Valley, e sulla Gigafactory di Termoli. Il segretario della Fim, Ferdinando Uliano ha sottolineato anche l’importanza di rinnovare gli ammortizzatori sociali per il comparto, la maggior parte in scadenza il prossimo anno con 25mila posti di lavoro a rischio.