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Sicilia è la regione più colpita dalle minacce agli amministratori locali: 50 casi nel 2022

Nonostante un calo generale degli atti intimidatori contro gli amministratori pubblici in Italia, la Sicilia si conferma la regione più colpita con 50 episodi registrati nel 2022. È quanto emerge dal rapporto di Avviso Pubblico, che ha censito in tutto il Paese 326 casi di minacce, intimidazioni e violenze nei confronti di sindaci, assessori, consiglieri e dipendenti pubblici.

Si tratta del dato più basso degli ultimi dieci anni, con un calo del 25% rispetto al 2021, quando i casi furono 438. Il fenomeno rimane particolarmente rilevante nel Mezzogiorno, con il 66% degli episodi concentrati tra Sud e Isole.

L’incendio – che può colpire automobili, abitazioni private o strutture comunali – si è confermato il metodo intimidatorio più utilizzato nel 2022 a livello nazionale, rappresentando il 18,5% dei casi. Seguono le scritte minacciose (16%), le lettere e messaggi anonimi (14%) e gli attacchi via social network (12%). Quest’ultima modalità, che era stata la più diffusa nei due anni precedenti, ha registrato un calo, mentre è aumentato l’uso di minacce più tradizionali.

In Sicilia, come nel resto del Sud Italia, le intimidazioni violente sono più frequenti rispetto agli attacchi mediatici. A differenza del Centro-Nord, però, dove il 55% degli episodi si manifesta attraverso scritte offensive o minacce sui social, nel Mezzogiorno il 25% degli atti intimidatori avviene tramite incendi. I dati confermano che il fenomeno delle minacce agli amministratori pubblici è particolarmente diffuso in Sicilia, Campania, Puglia e Calabria, dove si sono registrati, complessivamente, il 58% degli atti intimidatori in Italia.

Se in Campania il numero di episodi è diminuito del 32%, la Sicilia e la Calabria hanno mantenuto valori stabili, mentre in Puglia si è registrato un aumento del 17%. Il calo degli atti intimidatori rispetto al passato è un segnale positivo, ma l’invito che arriva dalle autorità competenti è quello di non abbassare la guardia.

(Marta Galano)

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