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martedì, Marzo 4, 2025
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Sicilia, alert sui medici di famiglia: calo del 12% in quattro anni

La carenza di medici di famiglia continua a essere una questione centrale per la sanità nono solo siciliana ma a livello nazionale. Secondo un’analisi della Fondazione Gimbe, tra il 2019 e il 2023 il numero dei medici di medicina generale nell’isola si è ridotto del 12,3%, un dato in linea con la media nazionale (-12,7%), ma che solleva comunque preoccupazioni per il futuro dell’assistenza territoriale.

Il massimale di 1.500 assistiti per medico viene superato dal 25,5% dei professionisti siciliani, un dato nettamente inferiore alla media nazionale, che si attesta al 51,7%. Ciò significa che, rispetto ad altre regioni, in Sicilia una quota minore di medici ha un carico di pazienti superiore al limite previsto, ma questo non esclude criticità nell’organizzazione del servizio.

Al 1° gennaio 2024, il numero medio di assistiti per medico di medicina generale in Sicilia è pari a 1.161, contro una media nazionale di 1.374. Secondo Gimbe, sulla base del rapporto ottimale di un medico ogni 1.200 assistiti, nella regione non emergerebbe un deficit immediato di professionisti. Il calo costante del numero di medici e il progressivo invecchiamento della categoria rendono tuttavia necessaria una pianificazione attenta per evitare carenze future.

Un segnale positivo arriva dal concorso nazionale per il corso di formazione specifica in Medicina generale del 2024: in Sicilia i partecipanti sono stati superiori ai posti disponibili di 86 unità (+45% rispetto alle borse finanziate). A livello nazionale, invece, si registra un calo di candidati (-15% rispetto ai posti disponibili), segno di un interesse ancora vivo per la professione nell’isola.

Nonostante i dati apparentemente meno allarmanti rispetto ad altre regioni, la sanità siciliana deve affrontare diverse criticità. L’età media dei medici di famiglia è in crescita e nei prossimi anni si prevede un’ondata di pensionamenti che potrebbe aggravare la situazione. Inoltre, la distribuzione dei medici non è omogenea: alcune aree, soprattutto quelle interne e più periferiche, registrano già difficoltà nel garantire un numero adeguato di professionisti.

Un altro elemento di preoccupazione riguarda le condizioni di lavoro dei medici di famiglia, spesso gravati da un eccesso di burocrazia e da carichi amministrativi che sottraggono tempo alla cura dei pazienti. Questo aspetto, insieme a retribuzioni considerate poco attrattive rispetto ad altre specializzazioni mediche, rischia di disincentivare i giovani a intraprendere questa carriera.

 

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