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Santa Teresa di Riva
lunedì, Febbraio 24, 2025
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S.Teresa di Riva – Al Teatro Vald’Agrò spettacolo ed emozioni con “Menù Straordinario”

Al Teatro Vald’Agrò di Santa Teresa di Riva, si è celebrato un vero successo di pubblico per la riduzione tragicomica di “Menù Straordinario”, interpretato in modo magistrale ed efficace da Orazio Berenato e Chiara Trimarchi, diretto dalla regista Stefania Pecora e dall’aiuto regista Elvira Ghirlanda. L’opera è stata tratta da un testo teatrale “Arcicoso” di Robert Pinget, riproponendo tematiche dell’esistenza del teatro dell’assurdo in forma divertente. Infatti l’esibizione originale e piuttosto coinvolgente ha evidenziato la multiforme espressione del teatro in grado di valorizzare la scena con la parola che fa sorridere, commuovere, emozionare, riflettere e pensare. Pertanto assume un significato particolare dal palcoscenico il termine “divertimento” nel senso di “volgere altrove” l’attenzione per offrire l’occasione di discutere, confrontarsi e alimentare l’arte della conversazione in questo luogo di ritrovo della profondità delle anime, in un tempo di malessere esistenziale, di depressione e di isolamento. Proprio gli attori di Menù straordinario, con la varietà delle maschere assunte, dei ruoli assegnati, dei travestimenti approntati hanno dato vita alla loro performance con una descrizione eccellente delle situazioni attuali. Le relazioni di oggi sono, infatti, contrassegnate dall’oziosa abitudinarietà, dal vuoto interiore, dalla stanchezza e dalla tristezza. E’ stato un modo di far diventare il teatro Vald’Agrò, ancora di più, grazie al racconto artistico, impregnato di segni e metafore esistenziali, un bel salotto vitale, in grado di avviare la conversazione di consapevolezza, di introspezione, di incontro tra sensazioni, punti di vista e interpretazioni di messaggi più o meno manifesti, a volte nascosti, tra fraintendimenti e sentimenti, intuizioni ed immagini vissuti nell’assurdo mondo nichilista della noia, delle ripetizioni senza memoria, senza più desiderio di affrontare la quotidianità. Da qui sono emerse delle creazioni sceniche che hanno mostrato, attraverso la malattia del potere della regina e l’esercizio clownesco del ministro, l’inquietudine dei nostri giorni a scapito dell’anima depauperata, defraudata e imbrattata di vanità, egoismo e indifferenza, che soffre la tirannia e supremazia imperialista ed è priva di umanità, provocando inedia, inettitudine, avidità e ambigua contraddizione. Così appare una società che si precipita sul baratro, sul consumo delle giornate prive di passione, nella storia che si ripete monotona, senza cambiamenti fino alla noia, senza futuro, con la minaccia della morte incombente. Mentre dall’alto della scena scende e rimane in attesa “filina” la piantina verde da innaffiare, simbolo della speranza, della vita che resiste, che affronta gli ostacoli ed esprime l’arte del coltivatore. In questa prospettiva va avanti la trama della vita nutrita dalla cura verso chi ha bisogno e si apre all’incontro con l’altro, con la diversità, con rispetto e attenzione, per crescere insieme, uniti nella dimensione della comunicazione autentica, libera, risanante. (Santo Trimarchi)

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