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giovedì, Dicembre 19, 2024
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Processo Open Arms: dopo 36 mesi attesa la sentenza per Salvini. La Lega in Sicilia si riunisce in solidarietà del suo leader

Mancano ormai poche ore alla sentenza del processo Open Arms, che vede imputato il vicepremier e ministro delle Infrastrutture Matteo Salvini e che potrebbe segnare un punto cruciale in una vicenda politica e giudiziaria tra le più discusse degli ultimi anni.

Oggi direttivo della Lega in Sicilia

Tutti i leghisti si stanno organizzando per essere vicini al proprio leader. Proprio per questo la Lega Sicilia, guidata dal deputato messinese Nino Germanà, ha organizzato per oggi un direttivo straordinario a Palermo, a cui parteciperanno tutti i deputati regionali e nazionali siciliani, i commissari provinciali e gli esponenti del partito regionale (tra cui il sindaco di Furci Matteo Francilia e il sindaco di Antillo Davide Paratore) per esprimere solidarietà a Salvini. Il vicepremier non sarà presente ma prenderà parte all’incontro il vicesegretario federale della Lega Claudio Durigon.

Le accuse e la linea difensiva di Salvini

Salvini è accusato di sequestro di persona e rifiuto di atti d’ufficio per aver negato, nell’agosto del 2019, l’ingresso nelle acque territoriali italiane alla nave della ong spagnola Open Arms, con a bordo 164 migranti. Per questo, la pubblica accusa ha chiesto una condanna a sei anni di reclusione. Il ministro, però, ha sempre ribadito di aver agito nell’interesse del Paese, dichiarando: “Ho difeso i confini italiani, rifarei tutto quello che ho fatto”.

Il contesto politico del 2019

I fatti risalgono agli ultimi giorni del governo Conte I, formato dall’alleanza tra Movimento 5 Stelle e Lega. In quel periodo i rapporti tra Salvini, allora ministro dell’Interno, e il premier Giuseppe Conte erano ormai logorati. La vicenda Open Arms si inserisce in una fase di forte tensione politica e coincide con il braccio di ferro tra il governo e le organizzazioni non governative impegnate nel soccorso dei migranti nel Mediterraneo.

La cronologia degli eventi

Il caso esplode quando la Open Arms chiede un porto sicuro all’Italia e a Malta. Salvini, in linea con la politica migratoria restrittiva adottata dal governo, nega l’autorizzazione allo sbarco. Tuttavia, il Tar del Lazio sospende il provvedimento, consentendo alla nave di entrare in acque italiane. Per venti giorni l’imbarcazione resta ferma al largo di Lampedusa, mentre la situazione a bordo peggiora rapidamente.

Le immagini dei migranti che si gettano in acqua nel tentativo disperato di raggiungere la terraferma attirano l’attenzione internazionale. Il procuratore di Agrigento, Luigi Patronaggio, sale a bordo e descrive la situazione come “esplosiva”, disponendo il sequestro della nave e lo sbarco immediato.

L’intervento del tribunale di Palermo porta all’apertura di un’indagine contro Salvini, ma per procedere è necessario il via libera del Senato. Dopo l’autorizzazione dell’Aula di Palazzo Madama, il caso arriva davanti al Tribunale dei Ministri di Palermo, dando il via a un lungo iter giudiziario che troverà il suo compimento venerdì 20 dicembre.

 

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