Potrebbe essere la volta buona per eleggere un messinese al Parlamento europeo. Gli occhi ovviamente sono puntati su Cateno De Luca. I presupposti ci sarebbero se l’attuale sindaco di Taormina e deputato regionale – come ha già annunciato – si candiderà come capolista nelle circoscrizioni Isole e Meridione alle europee di giugno 2024. Ci sono però due nodi tutt’altro che secondari da dirimere. Con quale casacca il leader di ‘Sud chiama Nord’ si presenterà all’appuntamento elettorale? Dalle sue parole l’ipotesi più plausibile è che proverà a essere egli stesso capofila di un progetto di liste civiche sparse in tutta Italia, in particolare al Sud, dalla Campania alla Puglia. Per superare la soglia del 4% (al momento) a livello nazionale, però, serviranno da 1 a 1,2 milioni di voti. Alle ultime elezioni politiche, proprio un anno fa, il movimento di De Luca in Sicilia ottenne per il Senato oltre 270 mila preferenze, un quarto dei voti che sarebbero necessari. Inoltre, molto dipenderà dall’affluenza che di solito premia di meno il Mezzogiorno. Basti pensare che a Messina e provincia, roccaforte di De Luca, alle europee del 2019 i votanti non raggiunsero nemmeno il 40% degli aventi diritto, il dato più basso di sempre. E senza considerare che poi, una volta eletto, De Luca potrebbe anche lasciare al secondo arrivato.
La Lega potrebbe puntare sul senatore Nino Germanà
Un altro competitor messinese (ma senza particolari pretese) potrebbe essere il senatore leghista Nino Germanà, con trascorsi in FI prima e Ncd poi, tra i papabili per una candidatura. È tra i principali sostenitori della linea salviniana pro Ponte sullo Stretto, e spera di poter cavalcare l’effetto mediatico dei prossimi mesi sul quale il leader del Carroccio punta tanto. Non sarà semplice, considerate le difficoltà nel reperire le risorse per portare avanti il progetto (con gli alleati che non sembrano intenzionati ad agevolarlo) e una certa resistenza all’opera che – seppur minoritaria – serpeggia nella comunità messinese. Per la Lega messinese, comunque, le chance sono ridotte al lumicino, in quanto molto probabilmente per il Carroccio si candiderà anche la licatese Annalisa Tardino, commissaria regionale del partito alla ricerca della riconferma a Strasburgo, e l’altro big il catanese Luca Sammartino, anche lui con numerosi partiti alle spalle.
Tajani sposa la linea di Schifani e apre agli ex Dc
In Forza Italia la vera novità è l’apertura del segretario Tajani ad accordi politici per un listone centrista alle europee 2024 che si riconosca nel Ppe. In sostanza Tajani – è la lettura che viene data – sposa la linea caldeggiata in Sicilia dal presidente Schifani di accogliere gli ex Dc che fanno riferimento a Lombardo e a Cuffaro. Un’apertura che arriva il giorno dopo le forti critiche mosse dal coordinatore regionale di FI Caruso, persona vicina al governatore, sulle ultime nomine nei vari Dipartimenti nazionali di Forza Italia dai quali sono stati esclusi esponenti siciliani. Se per il listone guidato da FI dovesse scattare il seggio, molto probabilmente sarà una personalità espressione dell’area palermitana. Ci sono dubbi che si voglia puntare su Caterina Chinnici, eletta a Strasburgo col Pd e candidata del centrosinistra alle ultime regionali e poi passata a Forza Italia. Da notare che tra gli europarlamentari siciliani uscenti ben la metà ha cambiato casacca nel corso di questi cinque anni. Non certamente un buon viatico.