“Le immagini che vengono da tanti, troppi, ospedali siciliani dovrebbero imporre una vera e propria inversione di rotta sulla gestione regionale della sanità. Le visite impossibili, il degrado di certi ambienti, gli scandali e i medici sempre troppo pochi e oberati di lavoro sono un atto d’accusa a cui non si può rispondere con l’estenuante telenovela dei manager della sanità. La politica deve occuparsi della sanità, non occuparla”. A pronunciare queste parole, queste forti critiche alla gestione del governo Schifani con riferimento anche alle ultime nomine dei manager della sanità regionale, non è un membro dell’opposizione regionale, di Sud chiama Nord o del M5S o del Pd, bensì il deputato nazionale della Lega, originario di Modica, Nino Minardo. Si tratta di colui che in passato è stato anche responsabile regionale in Sicilia del partito di Salvini.
Parole che arrivano dopo l’intervista del governatore Schifani, al Giornale di Sicilia, in cui ha commentato il piano di investimenti nazionali approvato dal Ministero della Salute e che “porterà in Sicilia 1 miliardo e 870 milioni”.
Tra l’altro Minardo è lo stesso che la scorsa settimana aveva denunciato “la violenza e l’illegalità che dilagano in Sicilia” auspicando “un vasto piano di contrasto alle povertà per invertire la rotta”.
Alcuni sostengono che questi attacchi di Minardo siano da leggere più a una partita interna alla stessa Lega in Sicilia, considerate le tensioni e la spaccatura delle scorse settimane tra l’ex coordinatrice regionale Annalisa Tradino e il big locale Luca Sammartino, che è anche vicepresidente della Regione, e che ha portato alla nomina del commissario regionale Claudio Durigon; altri invece ritengono che gli obiettivi sarebbero Schifani, che sulle nomine dei manager nella sanità avrebbe scontentato parecchi big siciliani, e Forza Italia, principale competitor della Lega alle prossime elezioni Europee, dove si voterà con il sistema proporzionale.
(Claudio Rinaldi)