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Ottava fumata nera sulla Consulta. Schlein: li abbiamo fermati


Roma, 8 ott. (askanews) – Anche l’ottava votazione del Parlamento in seduta comune per l’elezione di un giudice costituzionale finisce con una fumata nera: le opposizioni compatte non hanno partecipato allo scrutinio e la maggioranza, preso atto di non avere i 363 voti necessari per eleggere Francesco Saverio Marini – il consigliere giuridico della premier Giorgia Meloni su cui il centrodestra aveva trovato l’accordo -, ha dato indicazione di votare scheda bianca.

Alla fine entrano in Aula 342 parlamentari: 323 votano scheda bianca, 9 schede vanno disperse, 10 nulle. Dalla maggioranza minimizzano le 25 assenze tra deputati e senatori del centrodestra (12 della Lega – tra loro anche Andrea Crippa, seppure presente a Montecitorio – 8 di Fdi, 3 di Fi, 2 di Noi Moderati) visto che la chiamata alle armi dei giorni scorsi per eleggere Marini era venuta meno già in mattinata. “Stamattina è fallito il blitz organizzato da Meloni in persona per consentire alla sola maggioranza di eleggersi il giudice della Corte costituzionale. Li abbiamo lasciati da soli in aula con le loro paranoie, a scovare i traditori dentro Fratelli d’Italia”, commenta il presidente del M5S, Giuseppe Conte.

Il centrodestra punta il dito contro “le opposizioni” definendo “istituzionalmente imbarazzante” l’atteggiamento dell’Aventino e accusandole di aver trasformato in un “ring di spartizione partitica un dovere così importante del Parlamento”. Ma la segretaria del Pd, Elly Schlein, respinge le critiche ed esulta: “La compattezza delle opposizioni ha fermato la forzatura che la maggioranza voleva fare. Ora accettino il dialogo con le opposizioni che si sono rifiutati di avere fino a qui. E quando dico dialogo non intendo fare chiamate spicciole a parlamentari di opposizione per cercare dei voti per andare avanti sulla propria forzatura, intendo chiamare le forze di opposizione a un dialogo sulla composizione della Corte Costituzionale”.

Sul nome di Marini che la maggioranza non sembra per ora togliere dal tavolo, non c’è un muro da parte dei dem. A domanda precisa, la risposta di Schlein non è di chiusura: “Mi aspetto che il dialogo si apra. Poi vediamo come andrà”. A difesa del nome che avrebbero voluto eleggere, fonti di Fdi sottolineano che “in concreto, il preteso conflitto di interessi del consigliere giuridico del presidente del Consiglio, è un bluff. Nel settembre 2022, ad esempio, venne nominato alla Consulta Marco d’Alberti, consigliere giuridico del presidente Draghi”.

Dalla presidenza della Camera fanno sapere che verrà mantenuta la periodicità delle votazioni del Parlamento in seduta comune (“si potrebbe rivotare già la prossima settimana”, secondo il vicepresidente Giorgio Mulè) anche per dare seguito all’invito del presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, a colmare un “vulnus” che va avanti da dieci mesi. Dunque prima di arrivare a dicembre, quando altri tre giudici costituzionali arriveranno al termine del loro mandato aprendo la strada a un accordo più ampio, ci saranno altre votazioni per eleggere il successore dell’ex presidente della Consulta Silvana Sciarra. In quale clima è tutto da vedere visto che i toni della maggioranza non sembrano mitigarsi. I capigruppo avvertono: “Solo per quel senso dello Stato e di responsabilità che è proprio del centrodestra i nostri parlamentari voteranno, per l’ultima volta, scheda bianca”. E il responsabile dell’organizzazione di Fdi, Giovanni Donzelli, rincara: “Se le opposizioni pensano di bloccare le istituzioni a vita fino a quando la maggioranza non fa quello che dicono loro sbagliano, fanno male alle istituzioni e a se stessi”.






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