Si intensificano le indagini per capire il movente che ha portato all’omicidio di Massimo Canfora, l’operatore ecologico di Letojanni, che la mattina del 18 agosto scorso, è stato trovato morto nella sua abitazione di via Nenzi. Il magistrato Alessandro Liprino, titolare del caso, il giorno stesso ha fatto sequestrare i cellulari trovati dall’Arma dei Carabinieri della vittima e del presunto assassino, il 18ennne tunisino Feres Bayar. Al vaglio degli inquirenti anche altri due telefonini: quelli del tunisino accusato da Feres Bayar di essere l’effettivo responsabile e quello di un italiano che era con loro quella notte. Domani sarà incaricato un esperto del settore per estrarre, trascrivere i messaggi, conversazioni vocali e le chiamate intercorse tra i due telefoni principali.
A risultare decisivi saranno i risultati degli esami dei Ris dei Carabinieri dai quali potrebbero emergere le tracce degli indiziati sul coltello che sembra essere l’arma del delitto, e sulle macchie di sangue e le altre impronte rinvenute sulla scena del crimine e nel resto della palazzina.
Feres Bayar, sospettato principale delle indagini, continua a rimanere in carcere. I suoi difensori, gli avvocati Giovambattista Freni e Giuseppe Marino, puntano quanto meno ai domiciliari e ne chiederanno la scarcerazione.
