Il report dell’Istat sul 2023. Nell’Isola il numero medio di figli per donna è pari a 1,32
Il crollo delle nascite non si ferma. I nati nel 2023 residenti in Italia, secondo i dati provvisori, sono 379mila. Il minimo storico. Questo il nuovo allarme sulle culle vuote lanciato dall’Istat nel Report ‘Indicatori demografici anno 2023’. E’ l’undicesimo anno consecutivo che si registra un calo. Rispetto al 2022 la diminuzione delle nascite è di 14mila unità (-3,6%) mentre rispetto al 2008, ultimo anno in cui si è assistito in Italia a un aumento delle nascite, il calo è di 197mila unità (-34,2%). La riduzione della natalità riguarda indistintamente nati di cittadinanza italiana e straniera. Questi ultimi, pari al 13,3% del totale dei neonati, sono 50mila, 3mila in meno rispetto al 2022.
Le statistiche sulla Sicilia
La Sicilia è tra le regioni con il tasso di natalità più elevato rispetto alla media nazionale. Nell’Isola il numero medio di figli per donna è pari a 1,32, fa meglio solo il Trentino-Alto Adige (1,42). Le neo-madri siciliane risultano mediamente più giovani che nel resto del Paese: 31,7 anni l’età media al parto in Sicilia.
L’Istituto di statistica rileva inoltre che per quanto riguarda il tema della “fecondità bassa e tardiva” estesa a tutte le aree del Paese “si evidenziano condizioni di eterogeneità, anche all’interno di una stessa ripartizione geografica. Nel Mezzogiorno, ad esempio, coesistono regioni con più alta fecondità (Sicilia, Campania e Calabria) e regioni con livelli minimi”.
I numeri sull’età media
Con riferimento invece all’età media, l’Istat evidenzia che al 1° gennaio 2024 la popolazione residente in tutta Italia presenta un’età media di 46,6 anni, in crescita di due punti decimali (circa tre mesi) rispetto al 1° gennaio 2023. La popolazione ultrasessantacinquenne, che nel suo insieme a inizio 2024 conta 14 milioni 358mila individui, costituisce il 24,3% della popolazione totale, contro il 24% dell’anno precedente. Aumenta il numero di ultraottantenni: con 4 milioni 554mila individui, quasi 50mila in più rispetto a 12 mesi prima.
La regione con le percentuali più basse di ultrasessantacinquenni e ultraottantenni è la Campania (20,9% e 5,6%), seguita dal Trentino-Alto Adige (22,1% e 7,2%) e dalla Sicilia (23,2 e 6,6%). Il numero stimato di ultracentenari (individui di 100 anni di età e più) raggiunge a inizio 2024 il suo più alto livello storico, superando le 22mila e 500 unità, oltre 2mila in più rispetto all’anno precedente.
(Marta Galano)