“Non regaliamo la gestione del servizio idrico integrato alle società private”. Se il messaggio non era ancora chiaro, lo hanno ribadito con forza tanti sindaci e amministratori locali della riviera jonica e di tutta la provincia nel corso di un vertice a Messina a Palazzo dei Leoni. Oggetto della disputa è il coinvolgimento e il ruolo del soggetto privato nella costituenda Messinacque spa, un percorso contro il quale in questi mesi si sono pronunciati i consigli comunali del comprensorio, da Alì Terme a Letojanni. Il nodo è l’iter avviato dal commissario ad acta, nominato dalla Regione a inizio gennaio, il quale ha unilateralmente deciso di procedere all’affidamento del servizio idrico integrato a una società mista pubblico-privato, la Messinacque Spa – con il 51% in mano al pubblico e il 49% ai privati. Questo percorso – secondo i critici – andrebbe a danno dell’utenza, con i vari Consigli comunali che non avrebbero più il controllo sulle tariffe, senza considerare che ogni amministrazione ha la sua realtà tra numero di utenti, debiti e crediti.
Cosa fare adesso? Diversi sindaci hanno già annunciato l’intenzione di presentare ricorso. Per il primo cittadino di Furci Francilia, presente all’incontro a Messina, c’è “la necessità di fare squadra tra i comuni su un tema così importante” e per questo ha proposto di fare “tutti insieme ricorso al Tar per tentare di evitare questa imposizione che arrecherà solo danni alle nostre comunità e stabiliamo insieme un percorso comune a tutela dei nostri concittadini”. Anche il sindaco di Messina, Federico Basile, nelle scorse settimane ha sollecitato “un’azione congiunta per trovare una soluzione sia politica che amministrativa a questa vicenda”. Il primo cittadino di Taormina, Cateno De Luca, durante la riunione ha proposto a tutti i comuni “di acquistare immediatamente una quota simbolica dell’Amam (l’azienda che gestisce il servizio idrico a Messina, ndr) per scongiurare questo delitto” e ha attaccato frontalmente il sindaco di Brolo (nonché suo collega all’Ars) Giuseppe Laccoto, il quale – secondo De Luca “negli anni scorsi ha sempre agito per non far costituire la società di gestione pubblica da parte dei comuni della provincia”.
L’obiettivo dei sindaci della riviera jonica è quello di frenare o modificare la tabella di marcia stilata dalla Regione. L’auspicio è che la politica possa trovare quanto prima un percorso comune perché, come ha detto il sindaco di Messina Basile, “non si può chiudere la partita entro il prossimo mese di dicembre a occhi chiusi”.