S. ALESSIO – Archeoclub d’Italia adatta la formula all’emergenza sanitaria ma non rinuncia nemmeno quest’anno ad una delle sue manifestazioni nazionali di punta, “Chiese Aperte”, che la seconda domenica di maggio riapre al pubblico e promuove chiese generalmente meno conosciute e utilizzate. L’evento si svolge in collaborazione con la Cei ed è giunto alla 26ma edizione. Quest’anno, però, domenica scorsa, 10 maggio, hanno avuto luogo presentazioni multimediali dal sito dell’associazione, mentre gli eventi sui luoghi si svolgeranno l’11 ottobre.
Archeoclub Area Ionica Messina ha scelto di partecipare con la chiesa della Madonna del Carmelo situata nella zona storica di S. Alessio. La prima particolarità di questa chiesa è che probabilmente… sono due chiese. Infatti, secondo gli studi del prof. Stefano Bottari, al proprio interno c’è contenuta la chiesa bizantina dedicata a S. Nicola dei Greci, realizzata intorno all’VIII secolo. Il primo edificio probabilmente si trovava nell’attuale area della sacrestia, intercluso tra la chiesa e due casette private. È ancora visibile il prospetto posteriore con oculo ed una piccola porzione del muro nord, entrambi interrati nell’orto retrostante.
Altra particolarità è che la chiesa sorge nell’area in cui nel XII secolo si trovava un monastero che forse ospitò, nel 1116, l’incontro tra il conte normanno Ruggero II e l’abate Gerasimo, all’esito del quale il normanno decise di finanziare la ricostruzione dell’antico monastero dedicato ai Santi Pietro e Paolo, oggi nel territorio di Casalvecchio Siculo. Sfaccettature e dubbi che potranno essere fugati proprio dai restauri avviati di recente e che potrebbe consentire anche di confermare l’esatta data di “battesimo” dell’edificio alla Madonna del Carmelo. La nuova chiesa venne realizzata nel XVII secolo, con ogni probabilità in un periodo vicino al 1655, data presente in un quadro (anch’esso) della Madonna del Carmelo, e da atti di donazione alla chiesa che risalgono allo stesso periodo. Il quadro, peraltro, venne rubato una prima volta nel 1991, ritrovato dalle forze dell’ordine dopo due settimane e definitivamente trafugato nel 2013.
In attesa degli eventi di ottobre, le schede e le foto della chiesa sono già state inserite nell’apposita sezione di Chiese Aperte dei sito di Archeoclub (www.archeoclubditalia.org) nonché su Izi.Travel.it, con un contributo audio (di Ketty Tamà) destinato a fare parte di un progetto di mappatura, anche attraverso la tecnologia QRCode che Archeoclub sta conducendo a S. Alessio in collaborazione con l’amministrazione comunale, guidata da Giovanni Foti, e la pro loco, guidata da Maria Biondo. L’idea è quella di contribuire all’evoluzione di una nuova tipologia di turismo, plasmato su “viaggiatori” che intendono vivere, quasi gustare, i luoghi visitati. In questo senso, diventa importante stimolare la ricerca sulle caratteristiche culturali del territorio, le curiosità e le tradizioni che lo caratterizzano. Insomma una fruizione dei beni culturali più attenta e piacevole anche per stimolare una fruizione turistica più sostenibile e utile.
“Abbiamo scelto questa chiesa perché ci attendiamo che ci dica molto sulla nostra storia, soprattutto in questa fase di restauro”, ha detto Filippo Brianni, presidente di Archeoclub Area Ionica Messina. “Negli anni scorsi – prosegue Brianni – abbiamo riportato alla luce S. Miceli ad Allume, Santo Nicola a Gallodoro, Madonna delle Preci a Limina, in un percorso che punta a tirar fuori i nostri gioielli nascosti. Ringrazio l’assessore Virginia Carnabuci ed il parroco don Luciano Zampetti per la collaborazione indispensabile in questa difficile fase. Un grazie particolare al referente del progetto, il nostro segretario Mimmo Costa, e a Ketty Tamà per l’indispensabile ausilio in termini di conoscenza e di aiuto anche multimediale”.