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giovedì, Settembre 19, 2024
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Coronavirus: Barbieri e parrucchieri “tagliati fuori” dal Governo. Lunedi manifestazione di protesta 

Barbieri e parrucchiere sono sul piede di guerra. Ma anche estetisti e centri di bellezza. Lunedi apriranno tutti per un quarto d’ora solo per esprorre un simbolo con su scritto “Tagliati Fuori”.Ecco il loro documento di protesta:

“#Ta gliatiFuori è un’iniziativa sostenuta da Confesercenti, Confcommercio, Confartigianato e che nasce dalla necessità di dover dar voce a “tutti noi”, centri estetici, parrucchieri e barbieri, che ci siamo visti inspiegabilmente ignorati e tagliati fuori dalla così detta “Fase 2” del Governo Conte, che ci ha costretti ad abbassare le saracinesche tra i primi (l’8 Marzo) e ha poi deciso di farci aprire per ultimi (il 1° giugno). Lunedì 4 maggio apriremo simbolicamente per 20 minuti (dalle 9.00 alle 9.20) i nostri negozi ed esporremo l’hashtag che ci rappresenta: #TagliatiFuori. Quello che che chiediamo e di non essere #TagliatiFuori da questa fase, chiediamo di poter riaprire al più presto con delle linee guida ufficiali che riguardano la sanificazione e le disposizioni anticovid, l’igiene e l’accoglienza, chiediamo di avere una liquidità sotto forma di prestiti a fondo perduto, chiediamo maggiore tutela per i nostri dipendenti, chiediamo che il sistema di tassazione con le relative scadenze venga rivisto e rielaborato, altrimenti ci ritroveremo ad abbassare definitivamente le saracinesche. Tutte le restrizioni adottate fino in questo momento, che riteniamo ovviamente giuste per tutelare la salute di tutti, hanno però creato un buco enorme nel nostro settore. Siamo stati privati di circa il 70/80% degli incassi annuali ordinari, e il riconoscimento del “Bonus 600€” è per noi un’umiliazione: non è nulla in confronto a quanto siamo tenuti a pagare in termini di tasse e contributi. I nostri collaboratori e dipendenti stanno affrontando una situazione gravissima non avendo ancora oggi percepito alcun reddito dai rispettivi fondi bilaterali di appartenenza. La decisione presa dal Governo mette in ginocchio la categoria! Non c’è nessuna misura a favore di questo comparto: negozi tagliati fuori, collaboratori tagliati fuori, fornitori tagliati fuori, tutto l’indotto tagliato fuori. Migliaia di operatori del settore e le loro famiglie continuano ad affrontare una situazione gravissima. A tutto ciò bisogna aggiungere che, paradossalmente, l’Inps non ha ancora riconosciuto la sospensione del pagamento dei contributi sugli stipendi dei lavoratori dipendenti, sebbene questa sia prevista nel D.L. 18/2020, per cui rischiamo che ci vengano recapitati avvisi di mancato pagamento con applicazione di sanzioni ed interessi, come se ciò non dipendesse dal Coronavirus ma da una nostra voluta inadempienza. Quello che inoltre evidenziamo è la totale mancanza di precise linee guida inerenti i protocolli di sicurezza da seguire all’interno delle nostre attività nel momento in cui apriremo. Per quanto riguarda poi l’aspetto dell’accesso ai finanziamenti, di cui altrimenti non avremmo avuto bisogno, riteniamo che questi andrebbero concessi con il 100% a fondo perduto, senza lungaggini burocratiche legate all’affidabilità dell’azienda, eliminando quindi la valutazione del merito creditizio e tutte le indagini bancarie in questo caso fini a sé stesse. Altro problema di cui il Governo e la Regione dovrebbero tenere in considerazione è il dilagarsi del lavoro nero che, a causa del protrarsi delle chiusure obbligatorie dei locali in regola, si comincerà a diffondere a macchia d’olio, sia per colpa di chi già prima dell’emergenza coronavirus operava illecitamente, sia a causa della frustrazione che tutti i nostri clienti stanno vivendo ormai da ben due mesi. Chiediamo che sia concesso a tutte le aziende, in grado di garantire sufficienti livelli di sicurezza igienica e sanitaria, di poter riaprire immediatamente, predisponendo appositi protocolli operativi atti a garantire la sicurezza all’interno del proprio negozio, come d’altronde già previsto dall’attuale normativa vigente.

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