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domenica, Settembre 8, 2024
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Nulla sarà più come prima – di Gianni Miasi

Siamo in quarantena domiciliare da diverse settimane e conviviamo tutti, chi più chi meno, con un sentimento antico come l’uomo: la paura.

La paura ha due lati: uno positivo in quanto ti avverte che vi è un pericolo dal quale guardarti ed uno negativo che è quello di farti mancare di lucidità e di finire, spesso, nel panico incontrollato.

Quando tutto ciò, grazie a Dio, sarà finito e saremo in grado di ragionare con più freddezza ed obiettività, ci accorgeremo che il coronavirus ha avuto un potentissimo effetto non solo sul nostro stile di vite ma sulle nostre istituzioni.

Ciascuno degli attori istituzionali, o presunti tali (uomini di governo, altissimi burocrati e funzionari) nel momento di massimo pericolo quale è quello attuale sta mostrando il proprio, vero, volto che, mi spiace dirlo, è quello della mediocrità, della mancanza di competenze, dell’annaspare nelle frasi fatte e stereotipate che non affrontano il problema, anzi lo evitano accuratamente, perché non hanno la minima idea del grossissimo guaio in cui ci troviamo.

Il personale sanitario e parasanitario, che sta affrontando al meglio l’emergenza con punte di autentica abnegazione e di eroismo, reclama da almeno 15 giorni presidi sanitari efficaci (mascherine, guanti, camici, scafandri) lavorando in terapia intensiva, come dimostrano le immagini televisive, spesso a mani nude.

Finora la risposta di chi doveva, per legge e per la funzione che ricopre, rispondere adeguatamente è stata il silenzio: trincerati dietro una burocrazia stolida ed arrogante, attaccata al codicillo ed al comma, ancora oggi non sono stati capaci di provvedere.

Vi sembra naturale che di fronte al finimondo, per acquistare le mascherine ed i presidi sanitari si debba ricorrere ad una gara di appalto peraltro, a quando riportato dai media, andata deserta perché le aziende non avevano alcuna convenienza a partecipare.?

Vi sembra naturale che, finora, il governo abbia emanato un numero rilevante di provvedimenti giungendo sempre in ritardo rispetto alle emergenze e solamente dietro pressione dei governatori delle regioni più colpite (che rappresentano, peraltro, diversi schieramenti politici)?

Vi sembra giusto che, a parte il Presidente della Repubblica che si affanna a parlare di unità nazionale prevalgano ancora gli egoismi di schieramento: il governo non vuole che la minoranza partecipi attivamente al governo del paese perché teme che si attribuisca meriti, la minoranza che, ancora oggi, non riesce a moderare i toni pensa ancora di essere in un clima di conflitto permanente.?

Prima o poi faremo i conti con coloro che, negli anni, hanno smantellato il sistema sanitario chiudendo tantissimi piccoli ospedali (quanto sarebbero stati utili oggi!), riducendo i posti letto, aumentando a dismisura primari e vice primari attraverso lo sdoppiamento dei reparti ospedalieri per accontentare l’amico.

Faremo i conti con chi ha voluto, follemente, introdurre il numero chiuso in tante facoltà universitarie con la conseguenza che siamo a corto di personale sanitario e, vergogna grande, dobbiamo ricorrere all’aiuto di medici cubani, cinesi e russi .

Non sta a me sindacare l’operato dell’attuale Presidente del Consiglio , né dargli dei voti, ma sono fermamente convinto che, in un momento cruciale come questo, una fase sia tramontata e che il Presidente della Repubblica farebbe benissimo a chiamare l’attuale primo ministro, ringraziarlo per quello che ha fatto, ed invitarlo alle dimissioni non già perché ( non è questo il tempo delle polemiche) abbia operato male quanto perché, a questo punto, occorre che l’incarico di Presidente del Consiglio lo assuma una personalità al di sopra delle parti che chiami tutti all’unità nazionale e tutte le forze politiche ad assumere delle responsabilità dirette di governo.

Se, come diciamo tutti, siamo in guerra abbiamo il dovere tutti di affrontare il nemico.

E’ tanto difficile da comprendere?

Se così non avverrà non ci sarà un governo in grado di rappresentare l’unità nazionale e le cose rischieranno seriamente di andare a rotoli.

Quando questo disgraziatissimo periodo terminerà e saremo fuori da questo incubo ci accorgeremo, come d’incanto, che tantissimi personaggi che oggi, pompati il più delle volte da una stampa compiacente (destra e sinistra), rivestono ruoli importanti scompariranno come la neve al sole e di loro non resterà più traccia, come è giusto che sia.

Nel frattempo chi può e vuole faccia la propria parte, se ne è capace.

(Gianni MIASI)

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