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“Spero, che prima o poi, il sogno diventi realtà”. – Di Gianni Miasi

LA MEMORIA DISTORTA

Il 27 gennaio di ogni anno si celebra il giorno della memoria in ricordo degli ebrei trucidati nella camere a gas dai tedeschi ( ma anche da noi italiani).

Il 10 febbraio si ricordano le persone uccise dai comunisti  del maresciallo Tito nelle foibe del’Istria.

Fascisti e comunisti, da sempre, si sono resi artefici dei crimini più nefandi contro l’umanità.

Basterebbe pensare ai sei milioni di ebrei finiti nelle camere a gas per opera dei nazisti  o alle decine di milioni di persone vittime della brutalità dei vari regimi comunisti, per giungere a una conclusione unanime: mai più le dittature, rosse o nere che siano,sono sempre portatrici di crimini, di lutti, di distruzioni.

Ciò nonostante, ogni volta che, ad esempio,si commemorano le vittime del fascismo, i comunisti pontificano dicendo peste e corna dei fascisti dichiarandoli il male assoluto dell’umanità.

Viceversa quando si celebrano le vittime dei comunisti i fascisti imprecano contro i comunisti quasi che gli uni e gli altri siano esenti da colpe ed il male risieda nella fazione avversa.

Guai, poi, a volere assumere una posizione di equilibrio ed azzardarsi a dire che gli eccessi, gli errori, le violenze ci sono state da entrambe le parti: se va bene si viene assaliti da male parole ed insulti ricevendo, a seconda da dove provengono gli insulti, la patente di comunista o di fascista.

Questo modo di fare ha impedito a noi italiani di fare i conti con la nostra storia ritenendo più semplice e più a buon mercato ricordare quanto di male hanno fatto gli avversari  e tendendo ad assolvere la propria parte politica.

Ad esempio: non riconoscere che, durante la seconda guerra mondiale, centinaia di migliaia di cittadini hanno dato vita al movimento partigiano contribuendo a liberare l’Italia dalla barbarie nazifascista è come volere nascondere il sole con una mano; impossibile, eppure c’è tanta gente che minimizza, sino a disprezzarlo, tale fatto.

Parimenti non avere rispetto per le centinaia di migliaia di ragazzi ( oltre mezzo milione) che, dopo la caduta del fascismo si arruolarono nella Repubblica Sociale Italiana, per continuare a combattere per l’onore dell’Italia significa non solo non avere rispetto dei fatti ma anche volere disconoscere, quantomeno, la buonafede, di tanti ragazzi che, educati sotto il regime fascista e non avendo possibilità di conoscere altro, pensarono che la difesa del fascismo fosse la difesa dell’onore della patria.

Ciò che intendo dire è che fino a quando in Italia saremo schierati gli uni contro gli altri in base ad un pregiudizio ideologico e ci rifiuteremo di pacificarci tra di noi, la profonda ferita nata dalla seconda guerra mondiale non si rimarginerà e resteremo sempre prigionieri di parole e slogan vuoti e rabbiosi che non ci porteranno da nessuna parte.

Proporrei che le forze politiche avessero la lungimiranza di istituire “ la giornata della riconciliazione” momento in cui, deposte le armi ideologiche e riconosciuti i reciproci torti e violenze, si potesse iniziare nuovamente, pur nella diversità delle opinioni, un percorso di concordia nazionale  seppellendo definitivamente il passato ed i suoi fantasmi.

Forse ho sognato ad occhi aperti.

Spero che, prima o poi, il sogno diventi realtà.

Saluti cordiali.

Gianni MIASI

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