ROCCALUMERA – L’impianto intercomunale di depurazione, di cui ne fanno parte Furci Siculo, Pagliara e Roccalumera, quest’ultimo Comune capofila, da qualche anno funziona a pieno ritmo, senza creare sversamenti come in passato. Quarant’anni fa è stato realizzato per gestire una popolazione di diecimila persone, cioè quanti sono insieme gli abitanti dei tre Comuni, ma poi i residenti sono aumentati, raddoppiando addirittura d’estate, per cui il depuratore non riusciva più a smaltire i liquami provenienti da Roccalumera, Furci e Pagliara. Per questo la conduttura spesso andava in tilt, con fuoruscita di acque nere sul lungomare e più volte anche sulla spiaggia. L’amministrazione del sindaco Gaetano Argiroffi si è impegnata al massimo per risolvere questo atavico problema e dopo parecchi messi di studi e di lavori, il depuratore consortile di contrada Piana è diventato una sorta di orologio svizzero, che i Comuni pagano fior di quattrini per tenerlo a norma. E qui necessita prestare attenzione su quanto pagano le tre amministrazioni comunali, perché oltre le pese di manutenzione è inclusa anche la capienza delle acque nere che ogni Comuni smaltisce. Ed allora, da un recente conteggio fatto dai funzionari di Roccalumera è stato evidenziato che per il 2017 le tre amministrazioni hanno speso complessivamente circa 290 mila euro. Così ripartiti: Roccalumera 122 mila, Furci Siculo 136 mila e Pagliara 32 mila euro. Quello che balza subito agli occhi è la differenza tra Furci e Roccalumera. Quest’ultimo Comune ha una popolazione di 4500 persone, mentre Furci si ferma a 3400. Com’è che un Comune con mille abitanti in meno paghi più di Roccalumera? I conti fatti però tornano perfettamente. Evidentemente da Furci arrivano più acque nere nel depuratore consortile e ciò dovrebbe far riflettere l’amministrazione comunale, nel cercare le cause di questo inconveniente. Si sta lavorando in questo senso, per accertare gli eventuali evasori.