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“Maratona” dei bilanci a Taormina: il Consiglio dovrà approvarne 3 in un mese

Al Comune di Taormina sarà un fine anno interamente (o quasi) incentrato sulla necessaria approvazione dei bilanci. Con apposito ordine del giorno il presidente del Consiglio comunale, Lucia Gaberscek, ha convocato per la mattinata di martedì (4 dicembre) il Civico consesso per procedere all’Approvazione del rendiconto della gestione esercizio 2016. In sostanza, il Consiglio dovrà approvare entro il 31 dicembre ben tre bilanci comunali, il rendiconto 2016 e poi quello 2017 e infine il bilancio di previsione 2018, per non vanificare le procedure in atto di riequilibrio dei conti di Palazzo dei Giurati.
E al contempo il Comune è anche chiamato ad affrettare i tempi per definire un aggiornamento proprio del piano di riequilibrio finanziario, anche se in tal senso le buone notizie per l’ente locale giunge di recente dalla Corte d’Appello sul lodo Impregilo hanno rasserenato gli animi e bloccato quello che poteva diventare uno “tsunami” per le casse comunali. Il Comune non sarà costretto, in sostanza, a modificare la parte riguardante il debito nei confronti di Impregilo, essendo stata concessa la sospensiva sull’efficacia del decreto ingiuntivo da 28 milioni preteso dalla multinazionale delle costruzioni per i lavori che riguardarono la realizzazione dei parcheggi cittadini. Nell’aggiornamento del piano di riequilibrio, quindi, a questo punto rimarranno inseriti alla voce Impregilo soltanto i 5 milioni di euro per sentenze già definitive che il Comune dovrà versare al colosso milanese.
E’ probabile che anche stavolta il Consiglio possa ritrovarsi alle porte di Capodanno a deliberare i bilanci, in una discussione politica che ha già fatto registrare le prime scintille nei giorni scorsi per la questione dei 20 giorni che la legge concede ai consiglieri comunali per la visione degli atti prima che vengano trattati e votati in aula. Per questo si è avuto un primo rinvio del punto e non ci sono stati margini di intesa, a differenza del passato quando si era condiviso più volte da parte di maggioranza e minoranza un documento di rinuncia di tutti i consiglieri al citato termine dei 20 giorni per accelerare i tempi.

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