SANTA TERESA DI RIVA – Per una notte il santateresino Ivan Moscvhella si è seduto sulla panchina del Crotone in serie B dirigendo i pitagorici nella partita giocata a Lecce. Emozione nuova per il tecnico della squadra Primavera chiamato a dirigere la prima squadra. Emozione anche a Santa Teresa di Riva, paese di origine di Ivan dove risiedono i genitori ed i fratelli.
Con Mimmo, Ivan si era sentito la scorsa settimana, avevano parlato dei rispettivi impegni, con la Primavera Ivan con la Jonica in Eccellenza Mimmo. Si era scambiate le rispettive impressioni e si erano salutati con l’intenzione di risentirsi presto. Mimmo ha seguito l’impegno del fratello Ivan in televisione con la famiglia tutta a tifare per lui ed il Crotone.
“Sono ovviamente orgoglioso di mi fratello – ci dice Mimmo – e sono contento per lui anche se ha già assaportato la panchina della prima squadra del Crotone ai tempi della serie A con Walter Zenga. Ha avuto altre esperienze con Juric, ma mai in prima persona. Quella di questa sera è stata la prima volta come responsabile unico. E’ per una sera, è vero, ma l’essersi seduto su quella panchina è il raggiungimento di un percorso fatto di sacrifici e dedizione”.
— Quando vi siete sentiti l’ultima volta?
“Domenica scorsa, rima della partita della Jonica con il Marina di Ragusa. Abbiamo parlato un bel po’, mi ha raccontato delle vicende della Primavera, del materiale umano con cui deve lavorare, dell’ambiente che si è creato a Crotone. Io gli ho parlato dei miei impegni, della Jonica, dell’avvio non facile che abbiamo avuto in Eccellenza. Ci siamo lasciati con la promessa di risentirci presto”.
— A Santa Teresa di Riva mezzo paese ha seguito la partita in tv, ma quest’anno in estate non è venuto, perché?
— Si è vero, quest’anno non è venuto. E’ molto impegnato, sta studiando per conseguire il patentino di prima categoria, non ha molto tempo libero, ma nonostante questo non si dimetica certo di noi, della sua famiglia”.
Felicissimi i genitori, Onofrio e Rita. “Contensissimi per lui – ci dice mamma Rita – orgogliosa di come quando giocava. Gli auguro ogni bene. Ci eravamo setiti la scorsa settimana, avevamo parlato del più e del meno, non c’era ancora questa possibilità di sedere sulla panchina della prima squadra che tra l’altro lui aveva occupato già per una settimana prima dell’insediamento di Zenga in serie A”. “Orgoglioso come può esserlo un padre per il proprio figlio che fa carriera” aggiunge papà Onofrio.