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venerdì, Novembre 22, 2024
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Alì Terme: quando la Via Roma era decisiva nella scelta del sindaco

L’ultima tornata elettorale ad Alì Terme ha sancito il trionfo di Carlo Giaquinta, aliese purosangue, che al primo tentativo e con nessun’altra precedente esperienza politica alle spalle ha battuto il sindaco uscente Marino con 439 voti di scarto. Se la sua vittoria era nell’aria, di certo ha sorpreso l’enorme divario in termini di preferenze in un piccolo comune ove si sono recati alle urne domenica 10 giugno solo 1691 cittadini. Tentiamo di analizzare alcune delle probabili motivazioni, tralasciando quelle strettamente politiche ma focalizzando l’attenzione su quelle emozionali e di territorio. Carlo Giaquinta è indubbiamente espressione del quartiere Mena, ove è nato ed ove risiede, ed è stato fortemente sostenuto e voluto in questo ruolo dagli abitanti, giovani e meno giovani, del suo quartiere, Sanny Passari in primis. Le sue indubbie capacità comunicative, il suo parlare diretto al cuore delle persone senza ricorrere al “politichese” e l’entusiasmo che ha saputo creare dapprima tra la “sua” gente e a poco a poco nel resto del paese sono stati un volano inarrestabile e contagioso tale da racimolare consensi insperati alla vigilia in termini numerici. Ben presto la sua causa è stata sposata da quella che possiamo definire la “vecchia opposizione” e sia pur perdendo qualche unità per strada che non si identificava a pieno nel progetto e che ha preferito “stare ferma un giro” ne è venuta fuori una coalizione – la coalizione che l’ha poi supportato nella sua candidatura a sindaco – ben amalgamata, vogliosa di poter proporre le proprie soluzioni politiche per lo sviluppo del paese, formata soprattutto da giovani. Mena è un quartiere in espansione, è in questo momento il cuore pulsante del paese ove l’incremento demografico è sotto gli occhi di tutti (i residence sul lungomare, le case di Via Tiro a Segno, Santa Lucia etc…), esattamente il contrario di ciò che sta vivendo la zona nord con una Via Roma sempre più deserta e con la zona San Rocco lontana parente di quella vitale di decenni fa. Chi non ricorda in quella zona le numerose attività artigianali e commerciali quali il barbiere Don Ciccio Basile, il negozio di Patera, Don Nino delle bombole, le Mariette, U Canniteddu, a putìa di Don Miciu, “Nzumma” per quanto riguarda il vino, la Celestina prima e la Rozzato dopo, Donna Micia e i suoi panini, altri barbieri quali Lillo Tringali e Pippo Rasconà, venditori di stocco, le macellerie, il “Magazzino” di limoni dei Parisi e tante altre, alcune attività, come un po’ dappertutto, vittima anche dello strapotere degli ipermercati che accentrando tutto nello stesso posto hanno piegato i negozietti settoriali. Poche quelle rimaste (anche se nel frattempo se ne sono aggiunte di nuove); fra le più datate, il Bar Gala e il market Briguglio, oltre naturalmente alle Terme Marino, purtroppo senza la compagnia delle storiche Terme Granata di cui vivamente ci si augura un recupero affinché rinascano a nuova vita, se possibile anche più splendente di quella goduta nel recente passato. Le sezioni n. 1 e 2 del seggio elettorale, che inizialmente si equivalevano e che sintetizzavano l’ideale suddivisione del paese in nord e sud, vede adesso la sezione n.2 con un surplus di votanti di circa 250 unità. Pertanto le parti si sono invertite con un crescente e costante spostamento delle residenze e, di conseguenza degli interessi commerciali, verso il centro e verso Mena. Anche la Caserma dei Carabinieri ad esempio da diversi anni ha cambiato la sua antica dimora (ove fu anche Tenenza e Capitaneria) per spostarsi in zona più centrale. E se pensiamo che il voto racchiude in sé una forte componente emozionale il cerchio è presto chiuso. In una tornata amministrativa infatti, al di fuori del voto espresso a favore di un familiare, si tende a immaginare che il consenso vada appannaggio del politico ritenuto più bravo, più capace o quello che in passato ha operato per il meglio. Se fosse così nulla di male e per fortuna tante volte è così. Altre volte si tende a ipotizzare che il consenso venga riservato a coloro che ci hanno favorito grazie alle loro professioni, consulenze etc… A volte è vero anche questo ma c’è dell’altro. Il voto, come detto in premessa, racchiude in sé una enorme componente emozionale e ciò porta inconsciamente a fare altri tipi di valutazione. Come a favorire quel candidato col quale siamo cresciuti assieme, o quel candidato che “mi saluta sempre” e che è sempre stato garbato nei miei confronti, quel candidato che mi considera parte della sua vita, che mi sta ad ascoltare, che non mi giudica, che mi dà l’idea di uno di cui mi possa fidare, politicamente e non. Quello che c’è sempre. Quello che frequenta gli stessi posti che frequento io. Quello con cui giocavamo assieme o che andavamo a scuola assieme o che è stato parte dei momenti più intensi, belli o brutti, della mia vita. Quello del mio quartiere, del mio vicinato, quello che incontro tutti i giorni e con cui mi fermo a parlare prima di andare a lavorare o tornando a casa. Un esempio di quanto importante sia l’appoggio della “tua gente” torna alla mente a tal proposito: alle elezioni 2013, nella sezione n.2, quella di “casa sua”, primeggiò il Dott. Antonio Giacomo Rizzo ma ciò non fu sufficiente perché più ampio ancora fu il divario con cui Giuseppe Marino staccò il suo rivale in quella n.1 (in cui, come dire, giocava in casa). Quella preferenza o quelle poche preferenze di lista che solo ogni cinque anni le leggi elettorali ci consentono di esprimere sono sottoposte a una cernita spietata (perché magari ne avresti voluto votare in numero superiore ma non si può, pena nullità della scheda) e alla fine sarà, quanto meno nella maggior parte dei casi, una scelta di cuore. Pertanto, fermo restando che il bravo politico e il bravo sindaco può essere espressione di qualunque territorio, prepariamoci a vivere sempre più quell’inversione di tendenza già in atto in cui la zona nord non gode più di quel “potere politico” del passato e che ha prodotto sindaci in successione quali Vittorio Barbera, Santi Tringali, Nuccio Briguglio, Nino Tamà Briguglio, Antonio Giacomo Rizzo (zona centro, la sola eccezione prima di Giaquinta), Lorenzo Grasso e Giuseppe Marino.

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