La recente festa per i 50 anni di sacerdozio di padre don Enzo Biuso, lo storico direttore dei Salesiani, riporta di riflesso in primo piano a Taormina anche l’irrisolta vicenda della chiesa di San Giuseppe. Il sito sacro è inagibile e dunque chiuso, a tutela della pubblica incolumità, dal 4 ottobre 2015 a seguito del crollo di una parte del soffitto.
Momenti di commozione ma anche una punta di amarezza hanno solcato il cuore e le anime dei taorminesi che hanno preso parte alla festa di don Enzo, anche quando nel rinfresco offerto in suo onore presso la ex chiesa del Carmine la torta dei suoi 50 anni di sacerdozio era proprio disegnata con la forma della chiesa di San Giuseppe, quella che fu la “casa” dei Salesiani nella lunga storia dell’Istituto religioso presente per 104 anni a Taormina.
E la storia dei Salesiani a Taormina è terminata in quell’inizio di ottobre del 2014 e poche ore dopo, quasi come in un segno del destino, si è verificato il crollo di una parte del tetto della chiesa di San Giuseppe. Sulla vicenda si è da tempo attivato, nel tentativo di arrivare ad una svolta, l’attuale parroco mons. Carmelo Lupò. L’arciprete è riuscito ad ottenere dalla Cei il via libera al finanziamento di una tranche dei lavori per la ristrutturazione della chiesa per un importo di circa 200 mila euro, servono però adesso ulteriori ed ingenti risorse per concretizzare quel piano di interventi e renderlo fattibile. Si parla della necessità di un piano di intervento da circa 800 mila euro complessivi. Si era ipotizzato un mutuo da parte della Parrocchia, che però nel mentre si è anche attivata con un’altra importante iniziativa che è quella voluta da padre Lupò, che ha portato all’acquisizione da parte della Parrocchia di Taormina di una parte del complesso delle Suore Francescane, dove di recente è stato avviato il Centro parrocchiale per i giovani taorminesi.
Il progetto già da tempo fatto predisporre dal Parroco per i lavori per la chiesa di San Giuseppe è dotato di tutti i necessari pareri e si tratterebbe di un’opera cantierabile subito. Per la ristrutturazione servirebbe, tuttavia, un aiuto significativo che potrebbe ad esempio arrivare dal Comune di Taormina. La casa municipale, che sta superando i problemi economici ed è passata da una scopertura di cassa di 6 milioni di qualche anno fa ai 500 mila euro di attivo di questi giorni, dispone ad esempio di circa 3 milioni di euro introitati dall’imposta di soggiorno per l’anno 2017. L’auspicio è che si possa arrivare ad una soluzione risolutiva e a restituire ai fedeli e ai turisti una delle chiese più belle di Taormina e della Sicilia.