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sabato, Novembre 23, 2024
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Lo Turco assassinato per cattivi rapporti di vicinato. Arrestato il colpevole. Si tratta del 64enne Leonardo Lo Giudice

Le indagini sull’omicidio Pietro Alfio Lo Turco sono arrivate ad una svolta. Il sicario dell’uomo di 64 anni, ucciso lo scorso 1 ottobre scorso, nelle campagne di Mongiuffi Melia, da tre colpi di fucile a pallettoni esplosi alla testa da distanza ravvicinata, ha un nome ed un cognome. Si tratta di Leonardo Lo Giudice, classe 52. I carabinieri, alle prime luci dell’alba, hanno eseguito un’ordinanza di custodia cautelare in carcere emessa dal Gip del Tribunale di Messina, su richiesta della Procura di Messina, dott.ssa Simona Finocchiaro  su richiesta della locale Procura della Repubblica guidata dal Procuratore Capo dott. Maurizio DE  LUCIA, nei confronti di Leonardo LO GIUDICE, un operaio di 65 anni, ritenuto responsabile di “omicidio premeditato”.

Il provvedimento restrittivo scaturisce dagli esiti di una complessa attività di indagine, coordinata dal sostituto Procuratore della Repubblica dott.ssa Annalisa ARENA e sviluppata dalla Compagnia Carabinieri di Taormina d’intesa con il Reparto Carabinieri Investigazioni Scientifiche di Messina a seguito dell’omicidio di un pensionato 64enne, il cui cadavere era stato rinvenuto decapitato il 1° ottobre u.s. nelle campagne di Mongiuffi Melia (ME). La vittima, in particolare, recatasi in un fondo agricolo per compiervi alcuni lavori, era stata affrontata e uccisa con tre colpi di fucile semiautomatico cal. 12 caricato a pallettoni, esplosi alla testa da distanza ravvicinata.

L’attività investigativa, nel suo complesso, ha consentito l’identificazione dell’autore dell’efferato delitto, individuato sulla base della riconducibilità del materiale balistico rinvenuto sulla scena del crimine ad un’arma di sua proprietà, nonché di fare piena luce sul movente dell’omicidio, da ricondurre ai frequenti dissidi legati ai cattivi rapporti di vicinato tra il pensionato e il suo assassino.

Le investigazioni svolte dai Carabinieri si sono rapidamente sviluppate attraverso interrogatori di persone informate sui fatti, sopralluoghi, perquisizioni, esame delle riprese dei sistemi degli impianti di videosorveglianza e mediante intercettazioni telefoniche ed ambientali nonché indagini tecnico-scientifiche condotte dal Reparto Investigazioni Scientifiche dei Carabinieri di Messina.

Si è ricostruita, sulla base delle testimonianze raccolte, dapprima l’esistenza di dissidi tra la vittima e l’assassino dovuti al cattivo rapporto di vicinato esistente tra i due. Successivamente si sono ricostruiti gli spostamenti dell’indagato il giorno dell’omicidio appurando che, in un orario compatibile con quello in cui l’omicidio è stato commesso, aveva effettuato un sosta di circa quattro minuti in una località assai prossima alla scena crimine.

Contestualmente sono state eseguite numerose perquisizioni nei confronti di cittadini del piccolo comune ionico che detenevano legalmente armi compatibili con quella utilizzata dal killer. Proprio tale attività ha consentito il sequestro del fucile calibro 12 semiautomatico marca BREDA legalmente detenuto dal LO GIUDICE. L’arma, sottoposta ad accertamenti tecnico – scientifici presso il RIS di Messina è risultata essere proprio quella che aveva  esploso i colpi mortali all’indirizzo del LO TURCO.

Sulla base dello schiacciante quadro indiziario così elaborato, la Procura della Repubblica di Messina ha ottenuto dal GIP il provvedimento cautelare a carico di LO GIUDICE che dovrà difendersi dalla grave accusa di omicidio premeditato per la quale è prevista la pena dell’ergastolo.

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