ROCCALUMERA – L’amministrazione del sindaco Gaetano Argiroffi è particolarmente attenta ai problemi del paese, sforzandosi anche a dare lustro, pulizia e decoro nei luoghi più suggestivi, dal lungomare all’uscita del casello autostradale, da piazza Madonna della Catena al quartiere Baglio. Ma c’è un angolo suggestivo e particolarmente frequentato in completo degrado. Però la colpa non è del Comune è dei dirigenti delle Ferrovie dello Stato da tempo latitanti. Stiamo parlando della piazzetta e delle panchine della stazione ferroviaria, ridotte a mal partito. I cittadini che vanno in treno, studenti e pendolari, sono particolarmente amareggiati, per la sporcizia e il degrado che hanno aggredito uno degli angolo più belli del paese. La piazzetta è diventata il luogo preferito dei cani, portati dai loro padroni per defecare, i binari sono coperti da erba ed ai fianchi cosparsi di rifiuti, all’interno della piazza un tombino coperto da una grata in ferro è sprofondato creando seri pericoli alle auto che vanno a parcheggiare. Ma la cosa grave è che la stazione ferroviaria e sede permanente del Parco Letterario Salvatore Quasimodo, visitato quasi quotidianamente da studenti, insegnanti, uomini di cultura, studiosi ed esperti della letteratura quasimodiana. E certamente tutto questo non fa onore nel vedere escrementi di cani sparsi ovunque, erba alta e rifiuti disseminati, un tombino pericolante e una fatiscente scalinata. E dal momento che le Ferrovie dello Stato non sentono le lamentele della gente e non vedono la sporcizia che regna alle spalle della stazione ferroviaria, sono gli operai del Comune che di tanto in tanto si recano sul posto e ramazzano la zona da cima a fondo. Un lavoro apprezzato dai pendolari e da tutto il vicinato, che però non è di competenza del Comue. “E’ una vera vergogna – ha dichiarato l’avv. Carlo Mastroeni fondatore del Parco Letterario Salvatore Quasimodo – cittadini incivili portano la sera i cani per i loro bisogni nella piazzetta della stazione, sporcando ogni cosa”. Il problema è serio. In tutto questo bailamme i dirigenti delle Ferrovie dello Stato fanno orecchio da mercante, mentre le contestazioni, critiche e disapprovazioni aumentano.