E’ una co-produzione italo-svizzera quella di “Sette Giorni”, film di 96 minuti ambientato interamente sull’isola di Levanzo nelle Egadi. Una coppia, Francesca e Richard, stanno disintossicandosi dall’eroina, stanno per certi versi tornando alla vita e pensano di sposarsi. Ma non vogliono un matrimonio normale, scontato, come tanti. Anni fa Richard “sfogliando” il suo PC era rimasto incantato da una cerimonia di nozze che si era svolta sull’isoletta di Levanzo con pranzo all’aperto, canti tipici del posto, musiche di fisarmoniche e prima notte di nozze da trascorrere al faro dell’isola. Per realizzare questo loro desiderio mandano una settimana prima in avanscoperta la migliore amica di lei, Chiara e il fratello di lui, Ivan col compito di preparare il tutto secondo i dettami dei futuri sposi in contatto continuo via skype. Ma tra i due inviati ben presto scoppia inevitabilmente la passione e le sorprese sono in agguato e non solo per loro due…Film coraggioso quello del regista Rolando Colla sia per le evidenti difficoltà delle riprese nel paesaggio selvaggio di un’isoletta sempre più disabitata sia perché costantemente costretto a tenere viva una sceneggiatura dallo svolgimento prevedibile e nell’ambito di un soggetto improbabile di per sé, figuriamoci nell’esecuzione. Tante piccole sorprese collaterali tengono infatti viva l’attenzione degli spettatori che pur immaginandone il finale seguono con interesse i lavori dei due inviati, aiutati dalle persone del luogo, e la loro liason che cresce di ora in ora, intrisa di dialoghi a effetto, slanci, ripensamenti e rivelazioni. Il programmato matrimonio si farà: in barca giungeranno i futuri sposi, i genitori, gli amici, anche loro disintossicatisi, ma non è questo, o meglio, non è solo questo il lieto finale del film… Presto, per chi non ha avuto la possibilità di vederlo al Taormina FilmFest 2017 (Prima siciliana del film), potrà scoprirlo vedendolo nelle sale italiane distribuito da Movimento Film (nelle sale elvetiche è già uscito con un discreto riscontro di pubblico). Il faro dell’isola come metafora di luce, di chiarezza. Così come in “The Light Between Oceans” di Derek Cianfrance, presentato alla kermesse veneziana del 2016, il faro, da tempo inutilizzato e man mano riportato alla sua funzione, è tirato in ballo dagli sceneggiatori perché segue di pari passo l’andamento delle vicende amorose, facendo via via appunto “chiara luce” nei cuori dei protagonisti. Nel cast Bruno Todeschini (Ivan), Alessia Barela (Chiara), Gianluca Spaziani (recentemente visto anche in “Fortunata”), Aurora Quattrocchi ed altri caratteristi siciliani.