Savoca – Lo scenario incomparabile del Castello di Pentefur ha fatto da sfondo alla II edizione de “Il tappeto della vita itinerante”. La manifestazione, organizzata dall’amministrazione comunale di Savoca, aveva come obiettivo la prevenzione riguardo la violenza sulle donne (un tema sempre più scottante ed attuale), ha avuto una larga partecipazione. Diversi gli amministratori presenti dei comuni jonici, presidenti e rappresentanti di associazioni che operano nel sociale, delle parrocchie, studenti dell’Istituto comprensivo di S.Teresa di Riva, insegnanti e donne di tutte le età.
“Il Tappeto” ha trasformato il borgo medievale in un percorso (lungo oltre 200 metri), dalla Porta della Città sino alla chiesa di San Nicolò o S. Lucia, in una vera e propria coreografia alla cui realizzazione hanno partecipato i comuni, le associazioni, le parrocchie ed anche i singoli cittadini. Ovviamente, la simbologia era quella della non violenza nei confronti delle donne. “Il Tappetto” ideato a Mandanici (sede della prima edizione), adesso, dovrebbe diventare itinerante tra i comuni jonici.
L’amministrazione comunale, guidata dal sindaco Antonino Bartolotta, ha fatto gli onori di casa, mentre i parroci savocesi don Agostino Giacalone della Parrocchia S.Maria Assunta, e don Francesco Broccio della Parrocchia S.Rosalia e San Francesco di Paola, hanno impartito la benedizione al lungo “Tappeto della vita”. Momenti importanti sono state le riflessioni fatte, nel corso della kermesse, da Anna Misiti, ideatrice del “Tappeto”; Carmela Maria Lipari, dirigente istituto “Caminiti – Trimarchi di S.teresa di Riva”; Carmen Currò, presidente del Centro donne antiviolenza di Messina; Cettina La Torre, presidente dell’associazione “Al tuo fianco” della riviera jonica; Angela Muscolino, presidente della Fidapa di S.Teresa. Il comune di Savoca ha affidato la macchina organizzativa all’Assessore ai Servizi sociali Maria Carmela Miuccio il cui impegno è stata ripagato dalla buona riuscita della manifestazione, grazie anche al suo modo di coinvolgere le persone in questo “percorso di drappi” che devono continuare ad essere un punto di riferimento costante della non violenza sulle donne.
