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sabato, Novembre 23, 2024
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Libreria a Palazzo Ciampoli tra polemiche roventi e la direttiva chiarificatrice del Ministero

La cultura nuovamente al centro del dibattito taorminese. Mentre da anni, ormai, si assiste impotenti al continuo ed inesorabile abbandono della città di Taormina da parte di enti e associazioni che hanno formato culturalmente e socialmente intere generazioni di taorminesi, come i Salesiani, i Fratelli Maristi e da ultimo le sorelle Francescane Missionarie di Maria, ci sono realtà locali nate in epoca più recente che resistono e ce la fanno a superare il momento di difficoltà finendo però al centro delle polemiche.

E’ notizia di questi giorni che una parte di Palazzo Ciampoli, prestigioso immobile di proprietà della Regione, sarà sede della Libreria Bucolo. Ci si chiede quale possa essere la differenza, se esiste, tra chi ha fatto la storia di Taormina e a malincuore non ha avuto altra scelta che andar via e chi, invece, ottiene una importante chance per rimanere in città con la concessione dalla Regione di uno spazio all’interno di un palazzo storico, appena restaurato, senza dover passare da un bando pubblico.

La cultura è fondamentale, su questo chiunque è d’accordo, ma la questione attuale rischia, suo malgrado, di determinare un precedente se altre “officine culturali” decidessero di fare analoghe richieste d’aiuto alla Regione (o al Comune). La vicenda si complica ulteriormente se si va a richiamare la direttiva del Ministro dei beni e delle attività culturali e del turismo concernente le librerie storiche, nella quale si legge che: “per librerie storiche si intendono quelle suscettibili di essere dichiarate beni culturali ai sensi delle lettere a) e d), comma 3 dell’articolo 10 del Codice dei beni culturali di cui al decreto legislativo 22 gennaio 2004, n. 42 e successive modificazioni, in quanto rivestono un interesse particolarmente importante a causa del loro riferimento con la storia politica, militare, della letteratura, dell’arte e della cultura in genere, ovvero quali testimonianze dell’identità e della storia delle istituzioni pubbliche, collettive o religiose”. Sul caso della nuova sede della Libreria Bucolo, rispettabilissima attività che nei mesi scorsi per l’impossibilità di pagare l’affitto era stata a costretta a lasciare un immobile privato di Corso Umberto, c’è un gran fermento a Taormina: alcuni consiglieri comunali preannunciano iniziative di dissenso alla concessione di Palazzo Ciampoli.

In una nota il consigliere di opposizione Eugenio Raneri ha fatto riferimento ad alcuni articoli del Codice dei Beni Culturali e del Paesaggio ritenendoli in conflitto con la decisione della Regione e ha fatto sapere: “i consiglieri comunali hanno l’obbligo di intraprendere con urgenza le necessarie iniziative a tutela degli interessi generali della Città di Taormina”. Anche il Meetup Taormina a Cinque Stelle sollecita, intanto, chiarezza sull’argomento e pone alcuni interrogativi: “Su che basi la Regione concede locali a privati cittadini senza un bando pubblico? Perché un’azienda privata deve ottenere dei vantaggi rispetto ad un’altra? Chi dovrà farsi carico delle spese? Quali benefici ne ottiene la Città di Taormina da questa manovra imposta?”. “Palazzo Ciampoli – concludono i grillini – potrebbe essere sfruttato per mostre e/o musei d‘interesse pubblico”.

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