TRUMP PRESIDENTE U.S.A., RENZI ED IL REFERENDUM IN ITALIA
Il popolo americano ha votato liberamente ed ha eletto, in modo democratico e con ampia maggioranza di delegati, Donald Trump come suo presidente.
Se sarà un buon presidente o meno ce lo diranno i prossimi anni ed il suo comportamento.
Alcuni cosidetti “ intellettuali “ celebri per non averne mai azzeccata una e per non avere mai lavorato un giorno in vita loro, si sono scandalizzati per l’elezione di Trump perché non sarebbe “ chic” come Hilary, perché non parla con ipocrisia ma dice cose ( condivisibili o no) in modo netto e chiaro senza fumoserie.
Se una lezione si può trarre dall’elezione di Trump è che la gente è meno tonta di quanto vogliono farci credere alcuni sapientoni: il cittadino comune si è stancato di essere considerato poco meno di nulla, sottoposto ad un controllo del fisco più che poliziesco, senza prospettive serie di lavoro ( essere precari rappresenta già un lusso) con la paura di essere licenziato quando fa comodo al padrone e così, dall’oggi al domani, ritrovarsi senza lavoro con la famiglia da mantenere.
Tutto questo in nome della globalizzazione che significa che se le grandi multinazionali, i grandi gruppi finanziari e bancari decidono che, ad esempio, una fabbrica con diecimila dipendenti in Italia o in qualsiasi parte dell’occidente costa di più di quanto costerebbe in Indonesia o nelle Filippine, non ci pensa due volte a spostare tutto in tali stati licenziando migliaia di persone.
Questo succede in Italia come in America, in Francia come in Spagna e significa che i singoli stati hanno abdicato al loro potere di regolamentare le dinamiche del lavoro e sociali in favore della multinazionali e dei grandi gruppi finanziari i quali hanno messo al potere, in quasi tutti gli stati, delle persone che eseguono i loro ordini infischiandosene delle aspettative della gente comune.
Tutto questo gli americani della classe media ed operaia degli Stati Uniti l’hanno compreso perfettamente ed hanno votato Trump il quale,magari, non manterrà tutto quello che ha promesso in campagna elettorale ma, ad esempio, ha annunziato che,per i prossimi dieci anni, farà opere pubbliche per mille miliardi di dollari perlopiù con l ‘apporto di capitali privati.
Immaginate quanti milioni di persone lavoreranno negli Usa nei prossimi anni, quanti milioni di stipendi entreranno nelle famiglie e quanta vitalità riprenderanno l’economia e la società.
Appena da noi parli di ponte sullo stretto, che darebbe lavoro per almeno otto anni a diecimila persone, vieni considerato poco meno di un delinquente, amico della mafia e della corruzione, mentre, attorno a noi, la disoccupazione giovanile è oltre il 50%, i nostri giovani scappano all’estero o in continente e qui siamo rimasti solamente gli anziani e gli scoraggiati, oltre, naturalmente, quelli che, di norma, prendono più di 4.000,00= euro al mese di stipendio o di pensione e si ritengono in diritto di decidere su tutto e su tutti.
Tutto ciò Renzi forse lo avrà capito ma non può rimediare perchè a quel posto è stato messo dai grandi gruppi bancari e finanziari per tutelare le banche e la finanza che vengono molto prima degli anziani, dei disoccupati, dei giovani senza lavoro.
Tanto più grida dicendo che lui ed i suoi amici ( e che amici!) rappresentano il cambiamento più la gente comune comprende che, ancora una volta, li vuole fregare.
Per questo motivo prevedo che il no al referendum vincerà a mani basse: non solo perchè è una riforma fatta con i piedi ma, anche e soprattutto,per dire a Renzi che il periodo delle balle è finito e che egli, con delusione di tanti, ha rappresentato una fugace meteora nel variopinto mondo della politica italiana della stessa levatura di Salvini, Verdini, Meloni e compagnia cantando.
Amen a questi emeriti “ nulla”.
(Gianni MIASI)