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Sinagoga, rischia la demolizione. Non si trovano i soldi per metterla in sicurezza mentre il Comune pensa all’esproprio

SAVOCA – La Sinagoga di Savoca rischia la demolizione perché mancano i finanziamenti per metterla in sicurezza. Il Comune non dispone delle risorse i proprietari preferiscono demolirla perché costa meno, da Regione e Città Metropolitana non arriva alcun segnale. Il Comune di Savoca pensa all’esproprio, poi però bisognerà trovare i soldi per il pieno recupero dell’edificio. L’anno scorso la dirigente responsabile della sezione beni architettonici della soprintendenza di Messina, arch. Maria Mercurio, aveva autorizzato i lavori di messa in  sicurezza. Il progetto era stato presentato dai proprietari dell’immobile, la famiglia Smiroldo di Santa Teresa di Riva, e redatto dal geom. Santi Mastroeni, già presidente dell’Archeoclub Area Jonica, prevedeva un intervento di pulizia e di consolidamento dei muri perimetrali della struttura di via San Michele. “Si tratta di un intervento di semplice messa in sicurezza – ci spiegava il geom. Mastroeni – volto soprattutto ad evitare che si arrivi al crollo dei muri ed al collasso degli archi, ormai sin troppo pericolanti, come hanno accertato i sopralluoghi che sono stati fatti con i tecnici comunali e della soprintendenza. Al contempo si provvederà alla completa pulizia e scerbatura dell’area”.  Era “appena” febbraio 2014, da allora non si è mossa foglia.  Dal comune l’assessore ai beni culturali, Enico Salemi Scarcella, ci fa sapere che l’attenzione verso la sinagoga non è scemato e che si stanno cercando soluzioni per possano essere percorribili. Nel frattempo l’edificio, che non ha alcun vincolo architettonico, potrebbe venire demolito per evitare pericoli alla pubblica incolumità confinando con la strada pubblica. Sarebbe una sconfitta per tutto il comprensorio anche perché documenti ritrovati recentemente negli archivi dallo studioso Santo Lombardo confermano al cento per cento la presenza di insediamenti ebrei nella Valle. Conferme che arrivano anche dalle tracce scoperte qualche settimana fa a Castoreale che confermano a loro volta come la conversione al cristianesimo in seguito all’editto del  1492 fosse fittizia e gli ebrei del circondario, in segreto, tra le mura domestiche, continuassero a praticare il culto ebraico.

La Sinagoga di Savoca è tornata prepotentemente di attualità  grazie al rinvenimento al suo interno di una pietra con incisa la stella di David. L’interesse suscitato portò a Savoca  il capo della Comunità ebraica di Sicilia, il rabbino sefardita ortodosso Yitzhak Ben Avraham, fondatore della sinagoga di Siracusa, che arrivò con una nutrita delegazione di studiosi autorevoli  che “Certificarono” che quel sito era una sinagoga. Sul frontespizio e all’interno del rudere, sono stati rinvenuti segni che per il rabbino ed il suo pool di esperti erano significativi della destinazione e dell’uso dell’edificio. Sono passati due anni ed ancora si discute come recuperarlo alla Storia della nostra Valle.

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