Mandanici – La terza ed ultima giornata della sesta edizione del convegno Archetipi e Territorio: “La Sicilia e le sue culture – Conoscere, Pensare, Agire” vedrà impegnati Giuseppe Turiano e Luigi Baldari (Uomini e luoghi da ripensare); Luigi Palmucci (i luoghi della Cultura, la componente territoriale); Maurizio Ballistreri (Autonomia siciliana e comunitarismo. Fraternità); Luigi Baldari (il viaggio in Sicilia: geografie del territorio e geografie della mente); Sergio Todesco (Beni Culturali e Territorio. Esibire patrimoni, negoziare identità); Cosimo Inferrera e Mauro Scarcella Perino (La Sicilia e il mare: Zona Falcata, perla da recuperare); Giuseppe Mento ed M. Aragona (Conoscere, Pensare, Agire); Matteo Allone (Conoscere, pensare, agire:tra il possibile e l’impossibile); Vincenzo Macrì (Sicilianità e cittadinanza nel Mondo); Alessandro D’Angelo (Aiuto non aiuto, Protagonisti o vittime del “Sistema Migrante”) Marcello Aragona (Argimusco: una ipotesi di integrazione tra genius loci e processi energetici di cura sociale ed individuale). Il premio Raoul Di Perri 2016 per la scienza l’arte e la cultura sarà consegnato dal prof. Giuseppe Vita; mentre il premio Giovani cultori della scienza sarà consegnato dal prof. Giuseppe Gembillo. Il convegno ha registrato la partecipazione straordinaria del prof. Agatino Santoro e dell’architetto Giuseppe Falzea. Infine, il vice prefetto Filippo Romano si occuperà dei “segni dell’uomo e il territorio: la Sicilia terra umanissima”. Chiuderà Rosalba Lazzarotto con un “arrivederci a Mandanici 2017″. Ieri, nel corso di un breve exursus, il prof. Agatino Santoro, ha ricordato ai congressisti che il santo Patrono di Messina era S. Nicola di Bari, in quanto Santo protettore di tutte le città portuali. A seguito di una pestilenza i fedeli chiesero inutilmente al Santo la cessazione dello stato di calamità, per cui i messinesi presero la statua di S. Nicola e la buttarono a mare; dopodiché scelsero la Madonna della Lettera come protettrice della città. Il direttore scientifico ed organizzatore del convegno, Giuseppe Mento, nel porsi alcuni interrogativi ci ha dichiarato:” l’identità, come dice il poeta siro – libanese Adonis, non può essere accettata come qualcosa di completo e di definitivo; al contrario, almeno sul piano creativo, è una possibilità sempre aperta”.