Rimangono chiuse (e non si sa bene ancora sino a quando) le porte di Palazzo Ciampoli, dimora storica quattrocentesca restaurata e riaperta nei mesi scorsi con la mostra “Palazzo Ciampoli Tra Arte e Storia”, che venne inaugurata il 29 dicembre 2015.
L’evento ha registrato un grande afflusso di pubblico che ha potuto ammirare pregevoli dipinti di arte sacra in una cornice meravigliosa: lo storico palazzo collocato nel pieno centro di Taormina. Dopo un tale successo ottenuto nei mesi invernali e primaverili, ribadito anche dal prolungamento della mostra fino allo scorso maggio, sarebbe stato ovvio mantenere attiva la struttura che in questa estate poteva rappresentare un contenitore culturale di assoluto livello, offrendo a residenti e turisti un ulteriore attrattiva nell’ambito del patrimonio architettonico e artistico della città nei mesi di massimo afflusso di vacanzieri in città e ancor più nei giorni del gran pienone turistico.
La domanda, allora, sorge spontanea: ma per quale motivo a Taormina beni culturali di grande valore rimangono chiusi? Il caso di Palazzo Ciampoli non è, infatti, un caso isolato e da anni la stessa sorte si registra per i siti di Badia Vecchia, sede del Museo Archeologico, anch’essa rimasta chiusa nonostante qualche intervento di restauro, e di CastelTauro caso emblematico in quanto di recente completamente restaurato, ma il cancello rimane serrato a causa della mancata messa in sicurezza della scalinata d’ingresso. Non bisogna dimenticare l’ex pretura, sita in Corso Umberto, destinata ad ospitare un Museo del Cinema, dove sono stati fatti interventi per un importo di 1 milione e mezzo di euro finanziati dalla Regione ma il copione è il medesimo, la storia si è ripetuta e la porta è rimasta serrata.
Il tutto chiuso evidentemente funziona, tanto ancora il turismo regge e forse per questo vengono dimenticati luoghi che in qualunque altro posto sarebbero invece adeguatamente valorizzati. Rimane solo un pensiero: cosa accadrà quando le bellezze del territorio, il mare non basteranno più e il flusso turistico si sposterà, presto o tardi, verso luoghi che oltre alle meraviglie paesaggistiche offriranno maggiori servizi? L’auspicio è che i tempi possano cambiare, in meglio ovviamente.