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Ospedale San Vincenzo, “Progettiamo Taormina” lancia lo slogan per il CCPM: “giù le mani dalla cardiochirurgia pediatrica di Taormina”

“Giù le mani dalla Cardiochirurgia pediatrica”. E’ lo slogan e l’impegno del gruppo “Progettiamo Taormina”, che si conferma in prima linea a difesa del Ccpm (Centro Cardiologico Pediatrico Mediterraneo) di contrada Sirina. I consiglieri Pinuccio Composto, Nunzio Corvaia, Alessandra Caltabiano e Liliana Tona puntano, in particolare, su quattro parole per simboleggiare la battaglia, che prosegue, per impedire il trasferimento del centro a Palermo, già previsto dalla Regione a partire dal 13 giugno 2017. “Lo slogan, l’appello, la rabbia, il dolore” sono le espressioni, lanciate sulla pagina Fb del gruppo, “a sostegno della battaglia di quanti chiedono di mantenere a Taormina, all’interno dell’ospedale San Vincenzo, il reparto di cardiochirurgia pediatrica. Reparto che il governatore Crocetta ha deciso di chiudere e trasferire a Palermo la prossima estate”.

Lo slogan – spiegano i consiglieri – è quello di dire: “Giù le mani dalla Cardiochirurgia pediatrica”, ed ha raccolto molti, numerosi consensi. Alcune mamme con i loro piccoli si sono fatte fotografare stringendo fra le mani cartelli con la scritta che chiede di non distruggere la speranza che il reparto di Taormina ha dato a centinaia di famiglie. L’appello lo lanciamo alla politica perché per una volta lasci da parte giochi di potere e alchimie. E guardi negli occhi quelle decine e decine di mamme, di papà, di bambini che chiedono ormai da mesi di non toccare quel reparto del San Vincenzo che in questi anni ha permesso loro di curare e salvare la speranza e loro vite. La rabbia è quella di Caterina Rizzo, la mamma di Monforte San Giorgio, che da tempo si è caricata sulle spalle le attese delle famiglie che al San Vincenzo di Taormina sono legate a doppio filo. Che a quel reparto devono molto, tanto. Tutto pensando alla precaria salute dei loro figli”. “Il dolore – concludono i consiglieri – è quello delle famiglie nel vedere come ancora, dopo tanto tempo di appelli, la politica faccia orecchie da mercante. Trasformando le vite di quei bambini in giochi, progetti, equilibrismi di partito. Fra maggioranza e minoranza, tra Palermo e Roma”.

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