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lunedì, Novembre 25, 2024
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Scavi Scifì, studiosi in campo

FORZA D’AGRO – Il sito degli scavi archeologici di Scifì sarà sede il prossimo settembre (19/23) di un  “practical training” di docenti universitari provenienti da tutta Italia l’organizzazione del Dipartimento di Scienze Matematiche e Informatiche, Scienze Fisiche e Scienze della Terra (MIFT) dell’Università di Messina, in collaborazione con l’Associazione Italiana di Archeometria. Il convegno di studi, vero e proprio tirocinio professionale con crediti formativi,  comincerà il 19 settembre  con le relazioni , tra l’altro, della Prof. Grazia Venera Spagnolo – Università degli Studi di Messina su “Indagini archeologiche nel sito di Scifì”; della Prof. Vincenza Crupi e del Dr. Francesca Longo – Università degli Studi di Messina su “Le strumentazioni portatili per l’analisi in situ”; e del Dr. Sebastiano D’Amico – Università degli Studi di Malta su “Misure Geofisiche in aree archeologia e siti di interesse culturale”.

Il 20 Settembre trasferimento a Scifì dove  si svolgerà la prima parte del pratical training  con le “Misure in situ tramite strumentazione XRF e Raman per la  raccolta dati”. Il 21 Settembre prosegue il pratical training con la raccolta dati con le misure geofisiche, quindi nel pomeriggio trasferimento  presso la chiesa Bizantina di San Pietro e Paolo di  Casalvecchio Siculo, sulla sponda opposta del torrente Agrò con l’ “Acquisizione digitale e rilievo 3D: raccolta dati”. Il giorno successivo, 22 settembre, l’ “Elaborazioni dei dati geofisici acquisiti presso il sito archeologico di Scifì” ed il “Processamento dati e ricostruzione di un modello digitale 3D foto-realistico del manufatto”. Il 23 settembre le conclusioni.

Il comitato organizzatore è composto dai professori  Vincenza Crupi, Francesca Longo, Domenico Majolino,  Grazia Vera Spagnolo, Valentina Venuti dell’Università di Messina e  Sebastiano D’Amico  dell’ Università di Malta.

Il convegno focalizza l’attenzione sui nuovi metodi di ricerca archeologica “non invasiva”, appunto con l’utilizzo dei nuovi spettrografi UV-Raman. Per gli scavi archeologici di Scifì una occasione importante che potrebbe anche rivelare quello che ancora non è stato scavato e portato alla luce. 

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