SANT’ALESSIO – L’incendio che sabato ha tenuto per cinque ore sotto scacco Sant’Alessio e Forza D’Agrò poteva avere conseguenze tragiche se vigili del fuoco, protezione civile, guardie forestali, carabinieri e vigili urbani non avessero gettato il cuore oltre l’ostacolo mettendo a rischio la propria incolumità pur di evitare che le fiamme raggiungessero i centri abitati causando più danni di quanti non se ne siano verificati.
Di origine dolosa, si dice, anche perché l’autocombustione è una favoletta a cui nessuno crede pi. Ma chi poteva avere interesse ad appiccare il fuoco in quella zona così vicina alle villette del Sant’Alessio Village, un complesso sorto negli anni Ottanta e getto0natissimo come case-vacanza? E’ questo che le autorità stanno cercando di capire anche perché in quella zona non è la prima volta che si registra un incendio con un fronte così vasto.
Tre anni fa tutto il costone a monte del Village fin su alla strada provinciale 16 fu ridotto in cenere e le fiamme spente dopo otto ore grazie anche all’intervento di elicotteri e canadair. Anche stavolta l’intervento risolutivo è stato portato dall’aereo dell’antincendio, unica soluzione contro le fiamme che stavano avanzando fino all’abitato di Forza D’Agrò, arrivando a lambire il belvedere, la passeggiata panoramica che si affaccia sulla riviera jonica, e le sue case.
Il fumo ha invaso l’abitato, turisti e villeggianti in fuga a cercare riparo da quell’acre respirare. Anche al Village è stato necessario evacuare le villette, ormai troppo vicine al fronte del fuoco ed invase dal fumo acre. Un vero inferno, come abbiamo già riferito ieri, in cui qualcuno ha anche rischiato la pelle. Un anziano di 84 anni di Sant’Alerssio che non voleva abbandonare la propria casa invasa dal fumo e vicina alle fiamme. Alla fine sono stati i carabinieri di Santa Teresa (che stavano dando una mano ai colleghi di Sant’Alessio) a portarlo via di forza. Oggi, ventiquattrore dopo quel disastro, si fa la conta dei danni.
Alcuni casolari sono andati distrutti, molta vegetazione non esiste più, il costone di Mastroquartuccio, delle Terre Rosse e di Salice ora è nudo, spoglio. Le piogge del prossimo inverno ci diranno qual è stato il danno.