Abuso di Stato ai danni dei dipendenti pubblici precari siciliani degli Enti Locali
ed istituzione del caporalato di Stato
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Con Decreto Presidenziale n 547 del 16 maggio 2016, il Governatore della Regione Siciliana Crocetta, per scrivere la parola fine al precariato pubblico degli Enti Locali siciliani, costituisce una Cabina di regia regionale la cui seduta di insediamento viene fissata l’8 giugno 2016: oltre all’Assessore alla Funzione Pubblica e alle Autonomie locali ( Luisa Lantieri) e all’Assessore all’Economia (Alessandro Baccei), vi partecipano le figure più rappresentative delle istituzioni regionali, unitamente al rappresentante dell’Associazione dei Comuni (ANCI Sicilia), al rappresentante dell’ Associazione siciliana amministratori degli Enti Locali (ASAEL), ai rappresentanti dei sindacati confederali ed autonomi unitari.
Apre i lavori l’Assessore Lantieri, la quale non formula proposte sul percorso necessario alla stabilizzazione dei precari siciliani, ma chiede di riceverne e riferisce di essere stata convocata a Roma insieme all’Assessore Baccei, dal Sottosegretario al lavoro circa l’opportunità che la Regione Sicilia adotti una non meglio identificata “Agenzia per il lavoro” allo scopo di far lavorare i precari degli Enti Locali siciliani. Nessuna indicazione, però, sul funzionamento di questa Agenzia, sulla sua struttura direttiva, sui suoi costi, e – soprattutto – sulle modalità di utilizzo dei lavoratori precari e sullegaranzie circa la trasformazione del contratto di lavoro subordinato da tempo determinato a tempo indeterminato. Nessun cenno, infatti, alla stabilizzazione! Ed è chiaro che far lavorare non equivale a stabilizzare. Infatti, come si scoprirà, si tratta di un’Agenzia di somministrazione lavoro, ovvero dell’istituzione in via sperimentale in Sicilia del Caporalato di Stato.
Il successivo intervento è quello dell’Assessore all’Economia, Baccei, che conferma che i conti della Regione sono a posto e che, per dare respiro alle casse dei Comuni siciliani, si attende l’assegnazione dal Governo Centrale di 500 milioni di euro in aggiunta ai precedenti 950. Riferisce però che la stabilizzazione dei precari degli Enti Locali siciliani deve essere affrontata unitamente al ricollocamento del personale delle ex province solo nei Comuni siciliani e che per questa operazione nelle casse della Regione Sicilia risultavano mancanti 180 milioni di euro senza tuttavia far comprendere se l’inserimento dei lavoratori delle ex province sia frutto della volontà del Governo nazionale o di quello regionale.
Dopo l’intervento degli Assessori Lantieri e Baccei inizia il solito e sterile ping pong tra i confederali. Solo l’USB ha il coraggio di interromperli e di prendere la parola….
Il mio intervento è dirompente anche perché oltre che rappresentante USB sono un precario storico siciliano e così ipotizzabile:
Siete matti se pensate che con l’istituzione dell’Agenzia di somministrazione i lavoratori precari perdono un solo diritto maturato in 28 anni di pubblico servizio;
Siete matti se pensate che con l’istituzione dell’Agenzia i lavoratori precari avranno ridotto di una sola ora l’orario di lavoro;
Siete matti se pensate che con l’istituzione dell’Agenzia i lavoratori precari per lavorare dovranno perdere lo status di dipendenti pubblici;
Siete matti se pensate che con l’istituzione dell’Agenzia i lavoratori precari avranno trasformato il loro contratto di lavoro da pubblico a privato.
Ci convocate per parlare di stabilizzazione, invece, ci proponete il Caporalato di Stato valido anche per le future generazioni (modello sperimentale Sicilia).
Vi informo che in data 8 giugno 2016 il Consiglio di giustizia amministrativa per la Regione Siciliana, con sentenza n 162, ha definito nel ricorso in giudizio istaurato dai lavoratori precari dell’ex Provincia di Trapani contro la provincia medesima, che la stabilizzazione non è una nuova assunzione.
Come sempre gli interventi diretti creano scompiglio e risvegliano le coscienze (per poco). La cabina si chiude concordando sulla necessità di un documento unitario da presentare al Governo regionale in occasione della giornata di sciopero del 30 giugno e rinviando tutto all’esito della manifestazione.
Il documento contiene alcuni punti fermi: Ruolo unico ad esaurimento; storicizzazione della spesa; istituzione di un fondo ordinario per il precariato pubblico regionale; no allo snaturamento del contratto di lavoro da pubblico a privato; tenere conto dell’esito della sentenza CGA n 162/2016 e da ultimo un secco no al ricollocamento dei dipendenti delle ex province solo nei Comuni.
Il 30 giugno a Palermo, mentre più di 12 mila lavoratori precari (dati DIGOS) scendono in piazza per sostenere le proprie rivendicazioni, si diffonde la notizia che l’Agenzia (voluta dal sottosegretario Faraone) è diventata realtà e che – beffa delle beffe- lo stipendio dell’Amministratore delegato di questa Agenzia si va ad aggiungere ad altri stipendi ed accessori vari, fino ad arrivare alla somma di 218mila euro annui pagati dalla collettività.
Si può capire lo sgomento ed il subbuglio che una notizia del genere abbia provocato. Ciò, mentre i quotidiani regionali hanno diffuso la notizia che la manifestazione era ormai superata e che il problema per il Governatore Crocetta risolto atteso che lo stesso, nel suo serale intervento all’ARS, aveva annunciato il transito del lavoratori precari nella società Regionale RESAIS SPA.
Intanto gli animi si incominciano a riscaldare perché chi interviene sul Palco davanti a Palazzo Indipendenza fa solo passerella. Il Presidente dell’Anci Sicilia Leoluca Orlando accompagnato da più di 100 Sindaci siciliani, nel suo intervento parla di mantenimento degli stessi livelli occupazionali ed afferma di non essere intenzionato ad incontrare un Governo regionale che è stato latitante nei confronti dei lavoratori. La CGIL afferma la riuscita della manifestazione, la UIL che erano anni che non si vedevano tante persone in piazza, la CISL che la data del 30 giugno era da ricordare come una grande giornata. Parole!!!!
Sonosolo gli interventi successivi, quelli dei sindacati autonomi unitari, ad essere interessanti perché toccano le rivendicazioni riportate nel volantino che non è stato condiviso da ANCI SICILIA e Confederali. Un sindacato unitario accenna all’Agenzia, ma l’accetterebbe solo a certe condizioni, gli altri dicono un secco no.
Il mio intervento in rappresentanza dell’USB, è uno dei più incisivi perché – diversamente dagli altri – non sono salito sul palco per fare passerella o per dire che era stata una bella manifestazione o che così numerosi partecipanti non si vedevano da tempo, ma per gridare che i lavoratori precari degli Enti Locali siciliani non vogliono che gli venga cucito addosso un vestitino preconfezionato e che non sono disposti ad accettare che con i soldi per la storicizzazione della spesa del precariato si debbano pagare gli stipendi a sei cifre dei dirigenti dell’Agenzia di somministrazione lavoro. Insomma per gridare un secco NO alla manodopera pubblica a basso costo, che istituisce in Sicilia il Caporalato di Stato.
Sappiamo tutti come gira da anni in Italia, tutte le cose non dette sono già scontate! Ecco perché chi ha preceduto gli interventi dei sindacati unitari non ha mai pronunciato il no all’Agenzia, perché spera di poter gestire potere schiavizzando il mondo del lavoro.Se questa Agenzia sarà attuata in Sicilia vuol dire soltanto che presto potrebbe diventare un modello per l’intera nazione per precari e per le future generazioni (DEMOCRAZIA RUSSA).
A questo punto sia Anci Sicila che confederali abbandonano la piazza ed invitano i lavoratori a fare altrettanto. Fortunatamente solo pochissimi seguono chi non fa gli interessi del lavoratore precario. Gli animi si riscaldano perché dal Governo della Regione giunge voce che non riceverà nessuno perché chi è rimasto nella piazza non è l’interlocutore giusto. In tre quarti d’ora succede di tutto!!! La DIGOS è costretta ad invitare i governanti a trattare. Intorno alle ore 16,15 vengono invitate a salire solo quattro persone me compreso quale rappresentante USBa fornire un documento precedentemente condiviso da me consegnato con all’interno tutta la normativa vigente riguardante l’Agenzia di somministrazione lavoro con le possibili ricadute nei confronti dei dipendenti pubblici precari degli Enti Locali siciliani, abusati per quasi trent’anni.
Questo per dire a chi gestisce potere, vi abbiamo smascherato!! non bleffate!!
Le proposte avanzate ed avallate sono quelle stesse del volantino; l’Assessore Lantieri ed il Capo di Gabinetto Guagliano prendono nota delle richieste e ci rinviano alla Cabina di Regia dell’6 luglio con invito a formulare delle proposte più precise che possano dare un indirizzo alla causa della stabilizzazione.
Alla Cabina di regia del 6 Luglio gli interlocutori sono l’Assessore Lantieri e il Dirigente del Dipartimento delle Autonomie locali, Morale.
IL Vice Presidente dell’ANCI Sicilia parte all’attacco affermando che con il solo l’Assessore alle Autonomie locali e nessun altro interlocutore non era il caso neanche di cominciare i lavori perché il risultato sarebbe stato un nulla di fatto. Analogo è l’atteggiamento delle, associazioni e confederali e di qualcuno degli unitari.
La circostanza che la parte pubblica che organizza la Cabina di Regia si presenti senza nessun documento per meglio esplicitare le proprie proposte mentre ne chiede agli intervenuti, la dice lunga. Fatto sta che l’unico sindacato che si presenta con una proposta condivisa dagli altri unitari è l’USB, si tratta di una proposta di integrazione al Decreto Legge n.113 del 24 giugno 2016 (art. 11 bis) che non sarebbe altro che confermare quanto richiesto nel volantino dello sciopero con la copertura finanziaria, nel senso in cui, vi abbiamo comprato la macchina, mettete le chiavi e andate.
L’Assessore viste le lamentele prende atto che solo l’USB ha presentato una proposta e rimanda tutto alla prossima riunione della Cabina di regia da tenersi nella settimana successiva a quella del 6 luglio.
Tutto sopra porta ad una riflessione, bisogna risparmiare! Ma per farlo bisogna smantellare la PA?
Se risparmiare nella Pubblica Amministrazione equivale ad esternalizzare i servizi dello Stato, bisogna chiedersi, come mai nella Pubblica Amministrazione si accede per concorso mentre le ditte esterne che gestiscono i servizi dello Stato, assumono per lavorare chi vogliono e senza nessuno che controlli le capacità del personale? Occorre che la politica si dia una regolata, inizi a svolgere il compito per cui è chiamata a svolgere l’attività per cui è delegata, a servizio del cittadino e non sia il contrario, il cittadino precario, prima cittadino di questa Repubblica democratica fondata sul lavoro dice basta a questo accanimento selvaggio contro, ed annuncia che la rivoluzione partirà dalla terra dei vespri.
Delegato Nazionale USB
Giovanni Savoca