Evasione fiscale per quasi 2 milioni di euro riscontrata dalla Guardia di Finanza di Taormina nei confronti di “bed & breakfast” e “case – vacanza” siti nella Perla dello Ionio.
Così i militari della Guardia di finanza della compagnia di Taormina al termine di una indagine fatta scattare qualche mese fa hanno individuato alcune strutture ricettive che a dispetto della formale veste di ‘bed & breakfast’, che ha un più favorevole trattamento fiscale, offrivano una serie di servizi alberghieri, omettendo di dichiarare ricavi per oltre 700.000 euro ed Iva dovuta per altri 68.000. Scoperta anche una “casa-vacanza” che negli anni non avrebbe dichiarato redditi per oltre 1,1 milioni di euro e Iva non dovuta per più di 90.000 euro. Sono stati, dunque, avviati nel dettaglio sette distinti interventi ispettivi, nei confronti di altrettante attività di bed&breakfast, orientati ad appurare la sussistenza dei requisiti necessari per l’accesso al più mite trattamento tributario.
Nel corso degli accertamenti è stata rilevata sia l’assicurazione di servizi “extra” quali escursioni, convenzioni con stabilimenti balneari e attività di ristorazione, sia un numero di posti letto superiore a quello dichiarato, che per la Regione Sicilia, non deve superare le 5 camere per un massimo di 20 posti letto, nonché la presenza di personale dipendente, tra l’altro, non regolarmente assunto. Risulta significativo un intervento eseguito nei confronti di un’impresa esercente l’attività di “casa-vacanza” che ha fatto emergere redditi non dichiarati per oltre 1.100.000 euro ed I.V.A. dovuta per piu’ di 90 mila euro. Da tempo gli albergatori di Taormina, e la locale associazione di categoria, come anche il Comune di Taormina, lamentavano la problematica dell’evasione.
Gli operatori economici si erano mossi per provare a contrastare la concorrenza sleale di alcuni B&B, mentre la casa municipale si è soffermata sulla necessità di recuperare le somme non versate da attività “fantasma”, ed in primis sempre alcuni B&B, sulla tassa di soggiorno.