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I Comuni non pagano. Ato4, operatori senza stipendio e 14esima. Sciopero di 48 ore 

Niente stipendio e 14esima per i lavoratori dell’Ato4 rifiuti (costa Jonica e valle Alcantara) che sciopereranno per 48 ore dal 11 al 12 luglio in adesione allo sciopero nazionale. Saranno garantiti soltanto i servizi essenziali. Lo sciopero non interesserà Taormina e Santa Teresa di Riva dove operano, rispettivamente, Messinambiente e l’Aro comunale. Lo sciopero è stato proclamato dalle organizzazioni sindacali dopo le assemblee dei lavoratori dell’ATO ME 4, necessarie a fare il punto della situazione rispetto alla mobilitazione ed alla partecipazione allo sciopero nazionale di categoria del 11 e 12 Luglio 2016, saranno garantiti soltanto  i servizi essenziali, che seguono quelli già fatti il 30 Maggio ed il 15 Giugno per il rinnovo del contratto dei lavoratori dell’Igiene Ambientale scaduto da oltre 30 mesi ( 31 Dicembre 2013 ).

L’obiettivo dei lavoratori e delle organizzazioni sindacali è migliorare i turni ed i pesantissimi carichi di lavoro, migliorare le regole sugli appalti e sui passaggi di gestione, ampliare le garanzie sulla salute e sulla sicurezza, evitare il potere discrezionale sui licenziamenti facili e garantire il giusto salario. A tutto ciò  bisogna aggiungere che “nei territori dell’AtoMe4 – spiega Carmelo Pinom segretario della Fp-Cgil – è arrivata la comunicazione del Commissario Straordinario Ettore Ragusa che fa sapere, che stante la situazione, non potrà fare fronte al pagamento dello stipendio di Giugno dei lavoratori e della 14 mensilità in scadenza il 15 di Luglio, ciò per il mancato pagamento dei servizi di molti comuni soci dell’Ato4”.

Ovviamente i disagi in quei giorni saranno notevolissimi per i cittadini che insieme ai lavoratori sono le vittime predestinate di un sistema che ormai non regge più.  Il costo della bolletta ambientale lievita sempre più ed i comuni, nonostante lo riversino sui cittadini, non riescono a starci dietro perché con la grave crisi economica che attraversa il nostro territorio non sempre i contribuenti versano nelle casse comunali quanto dovuto. Da qui la crisi di liquidità nei comuni ed il conseguente ritardo nel pagamento delle fatture Ato da parte dei comuni in difficoltà. Non contando, ovviamente, gli organici sovraffollati degli Ato dove negli anni delle vacche grasse si è fatta clientela, di tutto e di più. Ora i nodi vengono al pettine, ma la crisi non può ricadere sui lavoratori ed i contribuenti. Bisogna trovare nuove vie per ridurre i costi di smaltimento. 

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