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Acqua torbida a Trappitello, il “Comidi” sollecita rimborsi per i residenti: “diritto al risarcimento per il quinquennio 2010-15”

Si infiamma lo scontro sulla problematica dell’acqua torbida nella frazione di Trappitello. Il Comitato Insieme per i Nostri Diritti ha preannunciato un’azione legale e la relativa trasmissione degli atti alla Prefettura ed alla Procura della Repubblica di Messina “Vogliamo chiarezza – ha detto il presidente del “Comidi”, Giuseppe Sterrantino -. Ma intanto una prima vittoria è stata centrata grazie alla nostra battaglia, e questo primo traguardo è da condividere con gli amici del M5s Meetup Taormina.

Dunque, è stata predisposta la chiusura del primo pozzo gemello, per intenderci quello con camicia in ferro del 1985, in quanto come si evince dalla nota inviata dall’esperto del sindaco all’Asm quel pozzo, che andava tombato già nel 2012, è causa certa, ma purtroppo forse non unica, dell’inquinamento dei pozzi di Santa Filumena. Attendiamo gli sviluppi della situazione ma a questo punto ci piacerebbe sapere chi ha deciso che quel pozzo non andava tombato? Ricordo che proprio questo pozzo sarà con grande probabilità, come già denunciato dal “Comidi”, causa di una multa salata da parte del Genio Civile. Ora mi chiedo le istituzioni dove sono state sino a oggi? Chi doveva difendere la salute pubblica dei cittadini?”. “Ecco perché – sottolineano i vertici del “Comidi” – si chiede, con ancor più fermezza, che i cittadini residenti a Trappitello ottengano il rimborso del 50% di quanto da loro pagato al Comune di Taormina per i consumi idrici, relativamente agli ultimi 5 anni (periodo 2010-15) e l’abbattimento del 50% del corrispettivo idrico per gli utenti cittadini residenti nella frazione, poiché l’acqua non è potabile.

I cittadini di Trappitello hanno il diritto al rimborso delle somme da loro corrisposte per l’acquisto di acqua potabile relativamente al periodo 2010-2015 per l’importo di 1500 a famiglia per ognuno dei 5 anni, a titolo di indennizzo, come da sentenza del Giudice di Pace di Viterbo n. 895 del 25 settembre 2013 e la sentenza del Tar del Lazio n.664 del 2012″. Sulla vicenda è andata all’attacco anche la deputata Valentina Zafarana, portavoce del M5S all’Ars, secondo cui “Nonostante non fosse nostro compito, ci siamo impegnati per fare in modo che Genio Civile e Comune di Taormina si incontrassero per risolvere definitivamente il problema; peccato che, dopo quella riunione, non siano stati rispettati gli impegni presi”. “Al termine di quella riunione – ha detto l’on. Zafarana – si era deciso di analizzare con l’ausilio di telecamere il “pozzo vecchio” al fine di scoprire se il problema fosse nel rivestimento dello stesso.

L’assessore Carella si era impegnato, inoltre, a dare incarico ad un ingegnere idraulico e ad un geologo per effettuare uno studio approfondito delle falde sotterranee per accertare le cause dell’inquinamento e, quindi, adottare i provvedimenti per risolverlo. Ad oggi, invece, ci risulta che nessuna di queste operazioni siano state portate avanti e che si vada avanti a tentativi, metodo non più accettabile”.

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