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mercoledì, Ottobre 30, 2024
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Spese pazze all’Ars, chiesto il rinvio a giudizio di 13 capigruppo

Chiesto dalla Procura di Palermo il rinvio a giudizio di 13 dei 14 capigruppo all’Ars della passata legislatura, indagati per peculato nell’ambito dell’inchiesta sulle cosiddette “spese pazze”. Il quattordicesimo, l’allora capogruppo del Pd Antonello Cracolici, era stato prosciolto e la sua posizione archiviata in sede d’indagine, anche se, successivamente, in primo grado, è stato condannato dalla Corte dei Conti a restituire all’Ars la somma di circa 360 mila euro. Corte dei Conti che è in una fase più avanzata dei procedimenti rispetto alla magistratura ordinaria anche per il diverso tipo d’indagini che sono state condotte.

Ma torniamo alla Procura di palermo. Gli altri capigruppo, nei confronti dei quali il procuratore aggiunto Leonardo Agueci e i sostituti Sergio Demontis, Maurizio Agnello e Luca Battinieri, hanno avanzato la richiesta di rinvio a giudizio al Gup Riccardo Ricciardi, sono Giulia Adamo (Pdl, gruppo misto e Udc), Nunzio Cappadona (Aps, Alleati per la Sicilia), Francesco Musotto (Mpa), Rudy Maira (Udc e Pid), Nicola D’Agostino (Mpa), Marianna Caronia (Mpa e Pid), Paolo Ruggirello (Mpa e gruppo misto), Livio Marrocco (Pdl e Fli), Cataldo Fiorenza (Pd e gruppo misto), Salvo Pogliese (Pdl), Giambattista Bufardeci (Fi), Innocenzo Leontini (Pdl) e Cateno De Luca (Mpa e gruppo misto). Leontini e De Luca hanno scelto il rito abbreviato e la prossima udienza è in programma per il 4 luglio.

Non luogo a procedere, invece, per quasi la metà dei deputati indagati, fra cui, il presidente dell’Ars in carica Giovanni Ardizzone, l’attuale sottosegretario all’Istruzione Davide Faraone e l’ex deputato Bernardo Mattarella, figlio dell’ex presidente della Regione Piersanti, assassinato dalla mafia nel giorno dell’Epifania del 1980. Di contro, per ben 39 deputati in carica nella precedente legislatura, la Procura si è riservata la prosecuzione delle indagini per accertare come, pur non ricoprendo la carica di capigruppo, abbiano utilizzato i fondi messi a loro disposizione.

In quanto ai capigruppo, pur in assenza dell’obbligo di rendicontazione, secondo la Procura, avrebbero dovuto in ogni caso giustificare le spese, motivo per cui si è ritenuto che la loro posizione debba essere valutata con il processo.

L’inchiesta per le cosiddette “spese pazze dell’Ars” desto scalpore perché in alcuni casi i fondi pubblici erano stati utilizzati per l’acquisto di borse firmate, cravatte e carrè di seta, leasing di auto di grossa cilindrata. In proposito, i sostituti Agnello e Battinieri, nella richiesta di rinvio a giudizio hanno puntato il dito nei confronti dell’ex capogruppo dell’Udc Rudy Maira che, accusato di essersi pagato il leasing dell’Audi A6 con i fondi del gruppo parlamentare, avrebbe replicato affermando che lui guida una Maserati. Non meno sarcastica, sempre secondo i Pm Agnello e Battibieri, la replica di Francesco Musotto che, accusato di peculato, avrebbe rilevato che lui, mai e poi mai avrebbe potuto un errore simile, dal momento che suo padre, già docente di diritto all’Università di Palermo, era tanto esporto in quella tipologia di reato, tanto che ci aveva scritto pure un libro, doverosamente studiato da tutti gli studenti di giurisprudenza che seguivano i suoi corsi.

Ma la partita più importante il supremo se la giocherà tra qualche giorno in Tribunale a Messina per i fatti di Fiumedinisi

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