SANTA TERESA DI RIVA – Il corridoio ecologico della Val d’Agrò è diventato il regno dei cani randagi. Ormai ce ne sono talmente tanti che vi si avventura per fare una corsa immerso nella natura e nella tranquillità dei luoghi rischia la propria incolumità. Le segnalazioni di aggressione di cani randagi ormai sono all’ordine del giorno. Branchi di animali prendono di mira chi è solo, donna o uomo per le fameliche bestie non fa differenza, e spesso riescono a mordere, rendendo da incubo una passeggiata che avrebbe dovuto essere rilassante. Fare footing o pedalare in questo bellissimo parco è diventato un terno al lotto, per questo sono veramente pochi quelli che rischiano. Ma chi deve provvedere alla prevenzione ed al controllo del randagismo che sta aumentando in maniera esponenziale in tutto il comprensorio, e ne sanno qualcosa i pastori che spesso trovano le pecore delle loro greggi aggredite e sgozzate da branchi di cani. Ad alimentare il randagismo contribuisce l’abbandono degli amici a quattro zampe che quando diventano troppo grossi e ingombranti vengono lasciati al loro destino, perché per taluni sono solo un giocattolo da buttare. La responsabilità di tutto questo latrare è dell’Asl e dei Comuni sul cui territorio ricade il corridoio ecologico, che non svolgono alcuna attività di prevenzione e di controllo. L’Asl dispone l’accalappiamento solo su segnalazione, non si vedono in giro guardie zoofile (volontari), i comuni lo hanno abbandonato al proprio destino, tanto è vero che non riescono a tenerlo pulito e mantenerlo in ordine. Ed allora quali risposte si danno ai cittadini che frequentano questo parco pubblico, per la loro sicurezza e incolumità? Correre in un parco pubblico dovrebbe essere una attività che andrebbe fatta in tutta tranquillità, ma non è così nel corridoio della Val d’Agrò perché i veri padroni sono i cani randagi. Una vera attività di controllo e prevenzione non è mai stata fatta. E, soprattutto, dopo, chi risarcisce chi viene aggredito? I comuni hanno valutato questa evenienza? Non c’è un ente che gestisca questo parco, non si sa nemmeno se i sette comuni che lo compongono hanno, con il demanio, le carte in regola ed i canoni concessori pagati. Qualche anno fa alcuni consiglieri dell’Unione dei Comuni proposero, attraverso una mozione condivisa dall’assemblea, la realizzazione di un canile comprensoriale, bella idea, ma che rimase sulla carta. Tutto quindi resta fuori da ogni controllo. Il corridoio ecologico della Val D’Agrò oltre a versare nell’abbandono, nel degrado e nella sporcizia, è anche diventato un luogo poco sicuro. Da costoso fiore all’occhiello oggi è diventato la porta dell’inferno, e non solo per i cani randagi.