Nel primo pomeriggio dell’ 1 dicembre 2015, i Carabinieri della Compagnia di Messina-Sud hanno arrestato MOHAMED KASHELAN Ahmed, cittadino egiziano classe 1997, colpito da unordine di carcerazione emesso in data 01.12.2015 dall’Ufficio Esecuzioni Penali della Procura della Repubblica presso il Tribunale per i Minorenni di Catania.
L’egiziano, che si trovava sottoposto a misura cautelare presso la comunità “Francesco Maria di Francia” di Messina, è tenuto ad espiare una pena residua di anni 5 e mesi 4 di reclusione poiché riconosciuto colpevole, in concorso, del reato di favoreggiamento dell’immigrazione clandestina.
I fatti di cui si è reso responsabile l’odierno arrestato risalgono all’8 agosto 2014, quando nell’ambito della nota operazione “Mare nostrum” una nave militare italiana ha intercettato a sud est di Capo Passero un barcone in legno, di circa 20 metri, che procedeva a lento moto, con rotta a nord verso le coste siciliane, con a bordo 201 profughi, tra cui 24 donne e 61 minori, di varie nazionalità (Siria, Eritrea, Sudan, Palestina, Egitto). Dopo averli soccorsi e tratti in salvo, la nave militare italiana è giunta al porto commerciale di Augusta (SR) nella mattinata del 10 agosto 2014.
Le operazioni di identificazione e gli accertamenti di Polizia Giudiziaria che sono scattate immediatamente dopo lo sbarco, hanno portato a sottoporre a fermo di P.G. cinque cittadini egiziani tutti tra i 28 e i 18 anni quali conduttori/scafisti dell’imbarcazione, tra cui il MOHAMED KASHELAN Ahmed, classe 1997, odierno arrestato.
La ricostruzione consentiva di accertare come i migranti avessero tutti compiuto un lungo viaggio dal proprio Paese per raggiungere le coste egiziane, dove hanno atteso per diversi mesi prima che arrivasse il loro turno per partire alla volta dell’Italia, pagando agli scafisti fino a 4.500 euro per il viaggio. Giunto il loro momento e raggiunta una spiaggia non distante dalla città di Alessandria, i profughi sono stati caricati su motoscafi, a bordo dei quali hanno navigato per circa un’ora per raggiungere una barca più grande, dove sono stati trasbordati. I tre motoscafi erano condotti da giovani egiziani, uno dei quali era armato.
Giunti sull’altra barca il viaggio è proseguito per un’altra ora, prima di raggiungere un peschereccio ancora più grande, dove i clandestini sono stati messi sotto coperta e sorvegliati da egiziani armati, in attesa dell’arrivo di altre persone, per raggiungere il numero sufficiente per il viaggio. Una volta pronti, i poveretti sono stati di nuovo trasferiti sul barcone, che è partito verso l’Italia ed ha proceduto in mare aperto fino alla sera dell’8 agosto, quando è stato avvistato ed intercettato dalla nave militare italiana.
Durante uno di questi trasbordi una donna è stata strattonata violentemente dai trafficanti, nel passaggio da una barca all’altra, andando a sbattere contro lo scafo ed infortunandosi gravemente. Una violenza spietata, che però non è rimasta impunita.
All’epoca, gli arrestati erano stati condotti presso la Casa Circondariale “Cavadonna” di Siracusa ed il più giovane era stato successivamente affidato ad una comunità, ove appunto si trovava al momento dell’esecuzione.
Ora anche per lui, come disposto dall’Autorità Giudiziaria, si sono aperte le porte dell’Istituto per i Minorenni di Acireale (CT).