Nel tempo del lutto per il crimine contro l’Umanità di Parigi, è lecito fare qualche riflessione che ci aiuti a leggere meglio la realtà che ci circonda. Appare evidente ormai quanto sia insicura la vita quotidiana dei cittadini, che possono essere colpiti a morte durante le normali attività, mentre si trovano a passeggiare per la strada, al bar, in discoteca, nello stadio, ad una conferenza.
Ogni luogo frequentato può diventare un obbiettivo dei criminali , sanguinari con l’unico scopo di seminare il panico, di incutere terrore alla gente comune, di minacciare la sicurezza delle città, di provocare la morte e la distruzione, di suscitare il conflitto permanente all’interno di ogni comunità. Di certo non si tratta semplicemente di fondamentalismo islamico o di guerra di religione, ma di un fenomeno complesso, prettamente politico ed economico, mirante a destabilizzare l’ordine sociale, a mantenere nella paura e nella sottomissione, a rimanere nel bisogno, schiacciati sotto il dominio dei potentati di turno, avidi di denaro, interessati a difendere certi privilegi di casta, fabbricanti di morte. Infatti, i cosiddetti pianificatori delle tragedie umane strumentalizzano la miseria e la necessità degli strati sociali più disagiati per reclutare personale disponibile ad azioni militari di guerriglia diffusa sul territorio internazionale. Ci sono dei finanziatori di varia estrazione, c’è qualche stato organizzatore, ci sono dei campi di addestramento nascosti perfino dentro le strutture di alcuni paesi avanzati civilmente, esistono dei trafficanti di armi, si trovano fiancheggiatori a diversi livelli.
A questo punto non si può più restare passivi, succubi ed oppressi da questa malversazione terrificante che non tiene in conto il valore della vita umana, il bene della libertà, la dignità dell’esistenza quotidiana, il senso della pace e delle relazioni edificanti. Le cose possono cambiare se noi non restiamo sempre gli stessi e non perseveriamo negli stessi atteggiamenti, impegnandoci a non andare con violenza contro il fratello che mi sta accanto, neanche a parole, per non ferirlo nè ucciderlo quando è diverso da me, più debole e povero, umiliato e disprezzato, giudicato e perseguitato.
Le cose possono cambiare se svolgiamo la nostra opera con amore e con rispetto dell’altro, se portiamo a termine il nostro compito con responsabilità nei confronti delle persone e dell’ambiente. Le cose possono cambiare se incominciamo a perdonare, se interrompiamo la catena dell’odio e dell’invidia, diventando solidali con coloro che stanno soffrendo, anche se dovessero essere nostri avversari. Le cose possono cambiare se abbandoniamo l’arroganza e la superbia, se smettiamo di prevaricare gli altri e gli facciamo spazio là dove vogliono stare, portando il nostro aiuto ed assicurando la nostra vicinanza. Le cose possono cambiare se non ci saranno più morti di serie A e morti di serie B, se al posto di qualsiasi bandiera ci vogliamo mettere il CROCIFISSO perchè proprio da lì viene la sconfitta della morte e del male, la redenzione e la salvezza dell’Umanità!!
La via della croce è stata scelta perché la salvezza possa essere vissuta già in questa vita, e perché l’uomo stesso possa diventare protagonista della propria salvezza. La croce manifesta a tutti la volontà di Dio che procura la salvezza attraverso l’amore radicale fino alla morte per gli altri. Il significato di questo messaggio è stato comprensibile a tutti grazie al piano salvifico di Dio che in Gesù Cristo si è fatto uomo come noi, umiliandosi e svuotandosi della divinità, perchè noi potessimo diventare come Lui, riconoscendo il mistero del limite, della sofferenza e della morte per passare alla vita ed alla gioia della Risurrezione.