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sabato, Dicembre 21, 2024
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Alvei come strade, allarme della protezione civile

DUE FOTO Savoca torrente Contura

FOTO: Grafico delle strade negli alvei

 

SANTA TERESA DI RIVA – Strade negli alvei dei torrenti, è rischio idrogeologico ed un pericolo per i residenti. Per la provincia di Messina, e per la riviera jonica in particolare, il quinto aggiornamento del “rapporto preliminare sul rischio idraulico in Sicilia e ricadute sul sistema di protezione civile” rilasciato in questi giorni dalla presidenza del dipartimento regionale di Protezione Civile – Servizio rischi idrogeologici e idraulici  e comunicato a tutti i sindaci “affinchè adottino le più idonee iniziative volte alla prevenzione ed alla mitigazione dei rischi idrogeologici e idraulici”, è illuminante perchè ci classifica al primo posto in Sicilia per questo tipo di abuso e violenza ai danni del territorio.

In quelli che la protezione civile indica come “nodi idraulici” cioè l’intersezione tra la viabilità ed i corsi d’acqua vengono segnalati casi clamorosi di abusivismo che ha letteralmente stravolto l’asta torrentizia di alcuni corsi d’acqua, anche nella fascia jonica messinese. Sul totale dei nodi segnalati, il 27% sono a rischio potenziale. Sono state censite 74 fiumare dove sono state realizzate strade lungo i corsi d’acqua. Ma nella nostra provincia ci sono  189 strade-alveo per un totale di 273km.

Letojanni, Alì, Savoca, sono i comuni dove vengono documentati e fotografati con street view gli abusi e le potenziali criticità. Ma sono stati censiti 20 “nodi a potenziale rischio idraulico” a Santa Teresa di Riva, 22 a Sant’Alessio, 40 a Savoca, 29 a Roccalumera, ben 83 a Casalvecchio, 20 a Forza D’Agrò, 10 a Furci e Limina.

Le conclusioni di questo rapporto preliminare sono disarmanti perché indicano come un uso scriteriato del suolo stia alla base di situazioni che mettono a rischio la vita di decine di persone. Il problema è grave anche perché la situazione viene tollerata non essendoci altra via per raggiungere luoghi non serviti da strade regolari, per cui prevale l’arte di arrangiarsi. La protezione civile in questo rapporto demanda ai sindaci il compito di adottare le iniziative per prevenire ogni rischio, con quali risorse, però, non si sa. I comuni non hanno un centesimo in cassa, i progetti che inviano in Regione spesso finiscono col coprirsi di polvere e … “resuscitati” in caso di emergenza, quando i disastri sono cosa fatta. “Da quanto osservato, si può dedurre che nel territorio regionale si riscontrano diffuse anomalie idrauliche soprattutto nell’ambito del reticolo idrografico minore e, in maniera ancora più grave, in corrispondenza degli agglomerati urbani, in specie quelli costieri, laddove spesso vengono disattesi i più elementari criteri volti al rispetto del deflusso naturale delle acque superficiali”. E con questo abbiamo risolto il problema. (gi.pu.) 12/11/2015

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