In un tempo di frammentazione, di dispersione e di lacerazioni profonde del vivere quotidiano, c’è l’esigenza di recuperare la fede, quel bisogno fondamentale dell’uomo in grado di poter fare unità nella vita di ciascuno e nell’ambiente in cui si abita. E’ ormai impellente la necessità di cercare la via e la verità come punti di riferimento capaci di far stare con i piedi per terra ma con lo sguardo rivolto al cielo in modo da poter uscire fuori dalla corruzione, dalla menzogna, dall’ambiguità, dal fanatismo e dalla sofisticazione. Oggi, purtroppo, nella nostra società ci sentiamo ingolfati e disorientati a causa:
– della quantità di comunicazioni di massa alienanti e tendenziose
– dell’accumulo di saperi indistinti, per lo più inutili e nocivi
– della varietà delle distrazioni e delle manipolazioni strategiche
Non si riesce più a sperimentare di persona tutto ciò di cui veniamo a conoscenza e con quanto entriamo a contatto e di conseguenza ci crediamo e ci affidiamo a testimoni senza verificare. Infatti non si può conoscere tutto da sé stessi, non c’è il tempo e manca la capacità. Per questo motivo bisogna assumere la maggior parte di dati e di fatti per fiducia negli altri, i quali per la fragilità umana risultano fallibili e sono relativamente credibili. La fede in Dio, invece, permette di aderire ad una realtà che viene da fuori, dall’alto e dall’assoluto, che non può ingannare e parte da una garanzia accertata dall’essere umano, creatura limitata e dipendente. Da qui ne deriva che occorre escludere il proprio punto di vista egoistico, mancante e parziale ed essere capaci di andare oltre il proprio io per fare spazio a Dio. La fede è un vero atto di libertà e sta in sinergia con la proposta divina di fare il bene e fuggire il male con l’esercizio della virtù dell’amore. Le ragioni della fede, allora, stanno nell’attitudine di affidamento senza farsi mille domande e, pur a distanza, cercando l’avvicinamento al “mistero“, l’adesione totale, l’intima accoglienza del dono ricevuto, la risposta del sì incondizionato. Le ragioni della fede si possono, inoltre, ritrovare nella possibilità di lasciare qualcosa di oscuro senza avere la pretesa di poter indagare su tutto, di spiegarsi ogni cosa. In effetti la stessa fede, accolta come dono, si pone tra oscurità e chiarezza in modo da relativizzare sia la ragione sia il radicalismo della fiducia, richiedendo un vero sacrificio d’amore da parte del credente, chiamato a non stabilizzarsi in nessuna delle sue facoltà, pur valorizzandole tutte. Così la fede permette di pregustare i benefici della gioia, della bellezza e della pace con un nuovo sguardo sulla realtà che ci circonda tale da avere piena fiducia in Dio perché si conosce che mantiene le sue promesse e fidandosi di Lui non si sbaglia mai. Tra l’altro la fede non è soltanto una disposizione umana da riempire ma è soprattutto una relazione con una persona, Gesù Cristo, da mantenere. Spesso può accadere che noi tentiamo di colmare i nostri vuoti con Dio, con le pratiche di culto, le opere di carità e le attività di giustizia, ma in realtà si tratta di saper mantenere la relazione personale con Gesù Cristo, di rendere fecondo l’incontro con Lui, di rendere visibile la sua giustizia, la sua pace, il suo amore, liberandoci da ogni forma di schiavitù e aderendo alla sua volontà. Si sa che un cuore possiede solo ciò che desidera e la fede si può avere solo se si desidera e non si rimane conformi alla mentalità di questo mondo, alienante, indifferente e mortificante, ma si diviene consapevoli e testimoni che nella nostra vita entra a far parte la realtà dell’Eterno, umanizzante,entusiasmante e vitalizzante.