Devo la conoscenza di questo personaggio , di cui avevo vaghe e peregrine notizie, alla signora Rosa Alberti (vedova dell’avvocato Luigi Scalisi , pronipote dell’eminente studioso Anastasio Cocco). Ella, nel donarmi un libro( G. Ammendolia, M. Cavallaro,I. Rao “Anastasio Cocco” Naturalista Messinese dell’Ottocento”, 2014 Messina Edas pg. 237) , ha acceso in me il desiderio di rinverdire il ricordo d’ uno scienziato eclettico, che aveva legami con S.Teresa e Furci, e d’ un letterato di alto spessore, un po’ dimenticato nella città in cui e per cui spese il suo ingegno e la sua competenza. Perfettamente rispondenti alla figura e all’opera di Anastasio Cocco , sono le parole del Prof. Gugliemo Cavallaro, già illustre zoologo e ittiologo dell’ Università di Messina (pronunciate nel 250° anno dalla fondazione dell’Accademia Peloritana dei Pericolanti) :“ Lo scienziato opera perché altri hanno aperto quei sentieri che egli percorre e che additerà a chi gli succederà”. Anastasio non è però solo uno scienziato ma è anche un letterato amante del mondo classico che non trascura lo studio dei grandi autori italiani antichi e contemporanei, come si evince dalla sua attenta cura stilistica. Non disdegna la filosofia e ama il teatro , al punto di elaborare un’opera teatrale(“Marietta de’ Ricci”) di cui Giuseppe La Farina scrive :” a me pare il dramma ben condotto ed architettato,e tale da invogliarvi a scriverne degli altri in qualche ora che potete togliere a’ vostri pesci,a’ vostri malati e alla vostra cattedra”. Egli è uno studioso a tutto tondo, come tanti geni enciclopedici della tradizione italiana: mentre approfondisce gli studi scientifici , non trascura precipui interessi letterari. Nato a Messina nel 1799( la città era tornata a risorgere dopo il terremoto del 1783 ) segue le orme del padre, scegliendo gli studi medici e, nel contempo,allargando la sfera dei suoi interessi , diviene anche naturalista ed esperto di farmacologia, botanica, ittiologia. Il suo manoscritto di” Ittiologia Sistematica “ apre la conoscenza dei fondali dello Stretto ed è una miniera di notizie interessanti. E’ un periodo in cui la città ha intensi e fecondi scambi culturali con numerose capitali europee: egli coltiva rapporti con i più importanti naturalisti dell’epoca, in particolare, con A. Valenciennes, curatore del Museo di Storia Naturale di Parigi e autore insieme con G. Couvier dell’ “Histoire Naturelle des Poissons”. Definito da Carlo Luciano Bonaparte “ittiologo illustre e medico valentissimo della feconda Sicilia”, ha due doti precipue: il desiderio mai sopito della ricerca e la volontà di collaborare, in modo generoso e altruistico, con gli altri studiosi. Frutto delle sue pazienti ricerche sono l’individuazione di nuove specie marine e la denominazione o ridenominazione di altre,in onore di illustri personaggi ,quali Maurolico ( di cui era grande estimatore) e Valencienne ( che lo ricambiò con il “Microichthys Coccoi”). Morì nel 1854, per cause non ben chiare; la città non riuscì a collocargli neppure una delle due lapidi commemorative a lui dedicate. Significativa l’esternazione di O. Biasini nel 1877 :”Mentre nel resto d’Italia si onorano le mediocrità, a Messina si trascurano e si dimenticano nomi che meriterebbero di vivere eternamente”. A questa grave pecca, hanno tuttavia saputo porre rimedio, con attenta ricerca documentaria e grande sensibilità , gli autori del libro.