FURCI SICULO – La risposta dei commercianti è corale: “sembra un paese morto e non si vende. Quanto possiamo durare?”. Quando sono iniziati a Furci i lavori per la posa dei tubi del gas metano lungo la centrale arteria del paese, la via IV Novembre, il sindaco aveva anticipato i disagi, annunciando che “realizzare le grosse opere in paese a volte comporta anche dei sacrifici”. Ed è proprio così. Ma i commercianti non ci stanno perché, secondo loro, i lavori andavano fatti in tre, quattro giorni, impegnando le squadre degli operai per ventiquattro ore, giorno e notte, sabato e domenica. In questo modo, i dieci, dodici giorni previsti si sarebbero ridotti notevolmente ed i commercianti avrebbero potuto tirare un respiro di sollievo. Ma così non è, anche perché la FinConsorzio avrebbe dovuto pagare straordinari e festivi, sicuramente non previsti in bilancio. Però se questi accordi fossero stati sottoscritti prima, sicuramente i commercianti adesso non starebbero a lamentarsi. Tra l’altro la ditta appaltatrice ha iniziato i lavori proprio dall’inizio del paese, venendo da Roccalumera, e siccome la strada è a senso unico, gli automobilisti che provengono dall’altro lato, da S.Teresa di Riva, non possono entrare a Furci e sono costretti ad immettersi sul lungomare. Farmacie, panifici, negozi sono in standby, ciò in attesa che terminino i lavori e riprenda la vita di prima. L’altra considerazione è che il paese sta vivendo un momento di compiaciuto relax, perché non ci sono i continui e snervanti ingorghi sulla Nazionale, non transitano camion e articolati che impregnano le case ed i pedoni di smog, inoltre sono stati banditi i rumori molesti e c’è pace. Una domanda nasce spontanea: se i mezzi pesanti adesso transitano sul lungomare, nei due sensi, e tutto procede tranquillo e speditamente, perché non continuare così, evitando che il centro storico del paese venga ancora di più contaminato e abbruttito ed i cittadini schiavi di ingorghi e rumori molesti?