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Savoca pone un quesito alla Corte dei Conti sulla definizione dei rapporti con S.Teresa

SAVOCA – Un parere dalla Corte dei Conti. La definizione dei rapporti patrimoniali e finanziari tra Savoca e Santa teresa di Riva non è affatto chiusa. Anzi, il comune di Savoca rilancia. Il commissario regionale Rossana Carrubba, che regge le sorti del comune collinare dallo scorso agosto, ha chiesto un parere alla Corte dei Conti sulla liceità delle conclusioni cui è giunto il commissario Terranova e “per sapere se sia conforme ai principi contabili di sana e corretta gestione delle risorse finanziarie che nel caso di “ricostituzione in comune autonomo” e non di “istituzione di nuovo comune”, all’atto della definizione dei rapporti patrimoniali, il Comune ricostituito sia tenuto a corrispondere al comune cui era stato unificato, il valore di quei beni immobili già facenti parte del proprio patrimonio immobiliare e di cui ha sostenuto le spese di realizzazione”.

Secondo il comune di Savoca, contrariamente a quanto ha stabilito il commissario ad acta per la definizione dei rapporti patrimoniali e finanziari che ha statuito un indennizzo in favore di Santa Teresa di Riva di 194mila euro, invece, trattandosi di “ricostituzione” e non di “istituzione” ex novo, Savoca con l’autonomia ritorna in possesso dei propri beni che già aveva nel 1928 quando venne accorpata a Santa Teresa di Riva. La riconquistata autonomia del 1948 restituisce a Savoca i beni che aveva nel 1928.

“In difetto di normativa che disciplini i criteri da utilizzare per la definizione dei rapportio patrimoniali e finanziari fra i comuni che vengono “ricostituiti” autonomi, si chiede se si debba tenere conto che con la legge regionale 11/48 non si è giunti alla istituzione di un nuovo comune, ma alla ricostituzione di un comune già esistente”. Insomma Savoca non intende scucire i cordoni della borda per una decisione che le appare ingiusta e travisante la realtà dei fatti. Un “caso” questo, più unico che raro, visto che finora la giurisprudenza non si era occupata degli effetti della “ricostituzione” di un comune dopo l’accorpamento deciso d’autorità dal governo dell’epoca. La richiesta di parere è già partita, ora si aspetta la risposta anche se il commissario Carrubba ha corroborato la propria tesi con un parere dell’Ufficio legislativo della Regione  del 9 maggio 1990 e una sentenza del Consiglio di Stato del 29 marzo 1957, nelle quali viene spiegato che dalla scissione territoriale non debba derivare alle comunità interessate un onere maggiore rispetto a quello disposto dalla legge nel frazionamento dei territori. Soprattutto quando tra i due comuni non c’è accordo, perché il consiglio di S.Teresa ha accolto la relazione del commissario Terranova, mentre quello di Savoca l’ha respinta in toto.

Sessantasette anni dopo la separazione, la disputa continua, l’opinione pubblica è curiosa di sapere come andrà a finire. Il bello è che da qualche tempo si parla di un comune unico per la Valle d’Agrò!

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