SANTA TERESA DI RIVA – Uffici municipali chiusi domani (24 aprile) dalle 9,30 alle 11 per l’assemblea dei dipendenti comunali che dovranno discutere del nuovo orario di lavoro varato dall’amministrazione comunale per fare la guerra ai fannulloni e che entrerà in vigore il 27 aprile. L’assemblea arriva dopo l’incontro tra l’amministrazione comunale ed i rappresentanti dei lavoratori nel corso del quale il sindaco Cateno De Luca ha ribadito che non intende fare un passo indietro a meno che i dipendenti in questo mese di rodaggio (27 aprile – 25 maggio) non daranno prova di ravvedimento, di collaborazione e di disponibilità nei confronti degli utenti, ma soprattutto, la finiranno di fare più pause che ore di lavoro. Questo lo dice il sindaco-007 che per un mese ha spedito le sue “spie” in Municipio a verificare il comportamento degli impiegati dopo che avevano timbrato il cartellino di entrata. E De Luca ha scoperto che in tanti si prendono mezzora di pausa iniziale prima di cominciare a carburare e mettersi a lavorare, ed altri “accendono il computer dopo le nove”, mentre l’utenza è fuori la porta ad aspettare. Da qui la decisione di spostare di mezzora l’orario di entrata (dalle 8 alle 8,30) e di conseguenza quello di uscita. Misura che sarà applicata per un mese, dopodiché con i sindacati si verificheranno i risultati. In caso negativo c’è all’orizzonte un altro giro di vite: il ritorno del sabato lavorativo con la soppressione del rientro pomeridiano di recupero.
Ma è veramente così grave la situazione tra il popolo del palazzo? Possibile che in due anni, quasi tre, di amministrazione De Luca e di lotta continua con i fannulloni, non si sia riusciti ad invertire la tendenza? Stando a quello che il sindaco fa trapelare con i suoi post o le sue dichiarazioni, il Municipio è infestato da fannulloni, di gente che ruba lo stipendio. Si stenta a crederlo.
D’altronde le rappresentanze sindacali aziendali in questa guerra non si sono fatte sentire. Nessuna dichiarazione a discolpa, nessun comunicato chiarificatore. Incassano e basta, a testa china. Ora forse, pur in un clima di caccia alle streghe, hanno preso coscienza che non si può fare di tutta l’erba un fascio e che bisogna mettere i puntini sulle i. L’assemblea di domani è un buon inizio per cominciare a chiarire le cose e scoprire, magari, che nel palazzo la musica è cambiata e bisogna imparare a saperla ballare. E che è finito il tempo in cui erano i dipendenti (taluni, non tutti) a dettare l’agenda politica.